21/04/2020

Le parole di un vescovo sull’aborto: «Anche questa è una pandemia»

«Per quanto tempo durerà ancora la pandemia del Coronavirus non c'è dato sapere e neppure per quanti giorni ancora dovremo ascoltare il bollettino dei decessi, dei contagiati e dei guariti. Che cosa succederebbe se si facesse altrettanto per gli oltre sei milioni di aborti legalizzati in tutto il mondo? Anche questa è una pandemia che uccide la coscienza di chi lo compie e quella dei governanti che legiferando intendono azzerare l'orrore dell'assassinio».

Sono queste le parole – riportate da Il Giornale in un articolo – che ha rivolto ai fedeli di Ventimiglia e Sanremo il vescovo emerito Alberto Maria Careggio, sul portale online diocesano. Parole che invitano tutti noi ad una seria riflessione.

In tanti, infatti, accuserebbero chi afferma ciò di insensibilità verso l’attuale situazione di pandemia, invitando a concentrare l’attenzione sull’emergenza sanitaria in corso, piuttosto che sul tema dell’aborto. Ma il vescovo Careggio dice il vero e, con profondo rispetto, anche noi ci associamo a lui nella comune denuncia di questa pratica: l’aborto elimina la vita di un essere umano, riconosciuto tale anche dalla scienza.

Eppure, questa strage di innocenti avviene legalmente con procedure che (sia nel caso dell’aborto chirurgico che di quello farmacologico) mettono a serio rischio anche la salute fisica e psichica della donna. Sì, 6 milioni di aborti legali sono una pandemia, una pandemia che si continua a perpetrare ai danni di donne e bambini, mascherata da “diritto”, “emancipazione”, “autodeterminazione”.

L’attuale emergenza sanitaria, che vede le istituzioni giustamente coinvolte nella difesa di molte vite, ci faccia riflettere sulla necessità che tutte le vite vengano tutelate e che gli esseri umani più deboli ed indifesi non vengano discriminati con leggi che consentono l’aborto.

È ora di offrire alle donne tutto l’aiuto sanitario, psicologico ed economico di cui necessitano per accogliere la vita nascente che portano in grembo. È tempo di unire le forze e difendere ogni persona, senza distinguere tra categorie di esseri umani da salvare ed altre di cui consentire l’eliminazione.

 

di Luca Scalise
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