Le conseguenze psicologiche dell’aborto non riguardano solo la madre e il padre come individui: anche la relazione di coppia viene gravemente compromessa. Vi sottoponiamo questo articolo, a cura della dottoressa Theresa Karminski Burke, psicoterapeuta e co-fondatrice, insieme al marito, di Rachel’s Vineyard (La vigna di Rachele), un’associazione che offre percorsi di guarigione psico-spirituali per lenire le ferite derivanti dall’aborto volontario. È inoltre autrice di Forbidden Grief: The Unspoken Pain of Abortion (Lutto proibito: il dolore taciuto dell’aborto). Le riflessioni che seguono, sull’impatto dell’aborto nel rapporto di coppia, sono state pubblicate dall’Elliot Institute nel proprio sito web (afterabortion.org). Di seguito la traduzione, con adattamenti, a cura della Redazione, che non è stata rivista dall’autrice.
Per alcune donne, l’aborto è la conseguenza di una vera e propria minaccia di abbandono se non “fa la cosa giusta” e non abortisce. Altre volte, la pressione è più sottile: «È una tua decisione, ma...».
Purtroppo, tutte le evidenze mostrano che l’aborto per “salvare una relazione” non funziona praticamente mai: poco tempo dopo l’aborto, molte relazioni di coppia si rompono. Altre sopravvivono solo perché i partner sono ancora legati dal lutto: queste relazioni si trasformano spesso in rituali di lutto prolungati e reciprocamente distruttivi. Anche le coppie sposate spesso, dopo un aborto, si allontanano, a meno che non trovino un modo per compiere insieme il processo di elaborazione del lutto.
L’aborto genera rabbia, risentimento e amarezza nei confronti del partner che non è stato di supporto o che ha ignorato il desiderio del partner di tenere il bambino. Allo stesso tempo, vi è spesso nella relazione un’enorme pressione a nascondere i propri reali sentimenti di dolore o di colpa. Questo può essere un problema soprattutto per gli uomini, ai quali viene solitamente insegnato a nascondere le proprie emozioni. Gli uomini possono anche sentirsi obbligati ad apparire “forti” per non turbare ulteriormente la donna.
Gli uomini possono essere segnati dall’aborto in maniera analoga alle donne. Molti uomini riportano problemi post-aborto come sentimenti di dolore, impotenza, senso di colpa, disfunzioni sessuali, abuso di sostanze, odio verso se stessi, paura delle relazioni, assunzione di comportamenti a rischio e suicidari, depressione, maggiore tendenza alla rabbia e alla violenza, senso di perdita della virilità.
Quando le donne o gli uomini trascinano il bagaglio emotivo di un aborto irrisolto in una relazione successiva, questo può causare problemi in modo subdolo e talvolta drammatico.
Un problema è rappresentato soprattutto dal tenere nascosto l’aborto al coniuge, il quale non è in grado di comprendere i cicli emozionali che esso suscita. Le distorsioni nel comportamento che si verificano quando i coniugi si nascondono dei segreti a vicenda possono essere devastanti per il matrimonio.
Come minimo, il “bisogno” di mantenere segreto un aborto del passato impedisce alle coppie di dare e ricevere amore incondizionato. Questo priva la relazione dell’opportunità di raggiungere il suo pieno potenziale.
Non è una coincidenza il fatto che il tasso di aborto e quello di violenza domestica siano aumentati pressoché di pari passo. Sia per le donne che per gli uomini, l’aborto è associato all’odio verso se stessi, a comportamenti autopunitivi e a una maggiore tendenza ad agire con aggressività e rabbia nei confronti degli altri.
Una donna con tendenze autodistruttive o condotta suicidaria, ma che ha timore di farsi deliberatamente del male, può essere più propensa ad avere una relazione con un uomo violento. Una relazione violenta può permetterle sia di esprimere la propria rabbia, sia di sperimentare ciò che inconsciamente ritiene sia la “punizione che mi merito”. A causa dell’odio verso se stessa e della bassa autostima, può rimanere nella relazione perché pensa di non meritare niente di meglio.
Certamente esistono molte altre cause di violenza domestica, ma evidenze statistiche significative e molti studi di casi dimostrano che l’aborto contribuisce a questa tragedia nazionale.
Fino a che a queste donne e a questi uomini non verrà assicurato un ambiente che favorisca la guarigione post-aborto, è probabile che rimarranno intrappolati in questi cicli di violenza.
Articolo già pubblicato sulla Rivista Notizie Pro Vita & Famiglia n. 117 – Aprile 2023