12/01/2015

Le Sentinelle in Piedi: ignorate, sbeffeggiate, calunniate...

Rilanciamo volentieri il post di una delle Sentinelle in Piedi della prima ora, pubblicato sulla rivista on line Torquemada.

E’ interessante per l’analisi oggettiva della storia della risonanza mediatica che le Sentinelle hanno avuto: dapprima ignorate, poi sbeffeggiate e calunniate dai media che contano, eppure sempre lì, sempre di più, a vegliare in silenzio...

“Nel corso della storia sono esistiti e probabilmente sempre esisteranno, movimenti spontanei di dissidenza civile, che in quanto tali possono raccogliere plauso come critiche. È normale. Fa parte del gioco, direbbe qualcuno.

Quello che qui andrò ad esporre, però, è un caso molto particolare nel panorama del nostro Paese, quello delle Sentinelle In Piedi. Trattandosi del mio primo intervento sul progetto Torquemada di cui sono, per così dire, un membro fondatore, quale miglior modo di esordire che trattare un tema così scottante?

In verità, il fatto stesso che sia così scottante mi lascia perplesso. Vedete, io sono tra quelli che potrebbero essere definiti “sostenitori della prima ora” delle Sentinelle, partecipando persino a delle veglie precedenti all’organizzazione vera e propria del movimento, nella lontana estate del 2013. Ho visto quindi gli inizi di questa mobilitazione originale ed intelligente, ispirata all’esperienza francese de Les Veilleurs durante la protesta contro la legge Taubira, che in un anno è cresciuta spontaneamente in tutto il Paese nel silenzio generale dei media. Sì, silenzio.

Le Sentinelle In Piedi, infatti, non si sono formate questo ottobre quando fior di editoriali, dichiarazioni discutibili di membri del Parlamento, citazioni di comici in prima serata gli hanno donato fama imperitura per tutta la Nazione: erano già attive da più di un anno. Questo non significa che nessuno sapesse chi fossero, anzi; l’Onorevole Scalfarotto, il primo firmatario dell’omonima proposta di ddl che vorrebbe estendere la legge Mancino (già di per sé non un capolavoro giuridico, a mio parere almeno) all’omofobia, era a conoscenza del movimento così come buona parte dell’attivismo LGBT. C’erano addirittura già stati dei flashmob di protesta come quelli di Trento, nel febbraio 2014, dove aveva avuto una certa risonanza nella cronaca locale la contro-manifestazione dell’Arcigay alla veglia tridentina, in cui gli attivisti LGBT si lasciavano cadere a terra in quanto vittime simboliche delle Sentinelle.

Ma in linea generale, quella che si respirava tra noi “omofobi in piedi” (come definisce molto pacatamente il movimento l’Huffington Post) era un’aria di parziale ottimismo. La partecipazione alle veglie era sempre più ampia, tanto da interessare i grandi firmatari del ddl, mentre i contro sit-in (quando si tenevano) erano talmente insignificanti da esprimere un profondo senso di impotenza.

sentinelle 2

Nella prima veglia di Milano capitò addirittura che un omosessuale, venuto con alcuni membri del Circolo Milk a protestare contro le Sentinelle, non appena letto lo scopo della mobilitazione si mise a vegliare anch’egli. Più tardi, dichiarò di essere favorevole a matrimoni ed adozioni, ma non poter in alcun modo supportare una proposta di legge che potesse lasciare anche il minimo dubbio di tappare la bocca a qualcuno. I suoi commilitoni non erano però dello stesso avviso e lo dileggiarono selvaggiamente di fronte agli occhi sgomenti degli amici che mi hanno riportato la vicenda, e di cui manterrò l’anonimato su loro esplicita richiesta.

Quand’è, dunque, che le Sentinelle sono divenute la reinterpretazione italica del Ku Klux Klan su cui poter scagliare tutto il livore del ceto semicolto nostrano?

La relativa quiete che accompagnava le Sentinelle In Piedi si è interrotta bruscamente lo scorso 5 ottobre, quando la manifestazione si estende a 100 piazze italiane contemporaneamente. Le principali testate del Paese parlano di “capillare rete di contro-manifestazioni spontanee in tutta Italia” per motivare la loro attenzione ma, di fatto, ad aver provocato questo exploit sono le violente aggressioni che i veglianti subiscono a Bologna e Rovereto.  Nella seconda, gli spintoni coinvolgono persino un sacerdote a cui è stato fratturato un braccio. Tutto in nome dell’amore, ovviamente. Ma più che i circoli LGBT o i centri sociali, sono i media a dare il peggio di sé.

Iniziano a spuntare sulle prime pagine online articoli riguardanti la natura delle Sentinelle In PiediIl Fatto Quotidiano, titola sarcastico:  Il 5 ottobre iniziativa del gruppo che si dichiara “apartitico e aconfessionale” (ma che è formato prevalentemente da cattolici)

Il Corriere della Sera, senza troppi giri di parole, parla di “gruppo ultracattolico che protesta contro unioni civili, matrimoni ed adozioni gay”. Termine che da cattolico in realtà mi è sempre risultato congeniale, dato che dando un’accezione iperbolica ad un’appartenenza religiosa ne stai riconoscendo una alta coerenza ed osservanza, ma dalla redazione mi dicono che è usato in senso spregiativo, quindi mi adeguerò.
A distanza di pochi giorni, precisamente il 9 ottobre 2014, esce il puntuale dossier de L’Espresso che pretenderebbe di spiegare obiettivamente il fenomeno delle Sentinelle, inserendolo con rigoroso distacco nella categoria Integralismi. Qui si sostiene senza mezzi termini che le Sentinelle In Piedi sarebbero composte da risibili personaggi retrogradi, “spaventati” dalla lieta novità dei matrimoni e delle adozioni gay, e di essere sostenute da Trame Nere che neanche negli anni della Strategia della Tensione.
Da qui in poi sarà un fiorire di amenità da premio Pulitzer quali “Cosa leggono le Sentinelle In Piedi?” basate su non si sa quali osservazioni scientifiche e statistiche, condotte con impeccabile approccio metodologico.

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Con il passare del tempo, anche le critiche alla violenza delle contro-manifestazioni inizia a ridimensionarsi. Il Fatto Quotidiano riesce a superare il suo abituale grado di squallore, ospitando in uno dei suoi blog un simpatico figuro che esorta a disturbare “intensamente e continuamente” (seppur con semplice ironia) le veglie delle Sentinelle.

In brevissimo tempo, quella dell’omofobia silenziosa delle Sentinelle era divenuto un casus belli di portata nazionale. Me ne sono accorto non tanto monitorando la rete o consultando i giornali, ma vedendo amici, parenti, persino mia madre chiedermi come mai fossi una Sentinella e cosa mi avesse portato a “diventarlo”.

Inutile spiegargli che le Sentinelle In Piedi non sono una società o un club associativo, e che basta presentarsi ad una veglia “per essere una Sentinella In Piedi”La crociata mediatica portata avanti con ogni strumento in ogni piattaforma, ha dato i suoi frutti.

Perché parliamoci chiaro, e qui giungo alla mia riflessione conclusiva, il matrimonio “egualitario” (come piace chiamarlo ai suoi fautori) non sarà ancora legale, ma è già un dogma del politicamente corretto. Se parli di sessi anziché di generi, sei alla stregua di uno xenofobo, di un antisemita, di un seminatore d’odio. Se ritieni che l’adozione omosessuale non sia esattamente un diritto fondamentale, sei come chi contestava Kennedy negli anni ’60 per impedire di abrogare le leggi sulla segregazione. Di conseguenza, che tu sia un comico, uno youtuber o un opinionista televisivo puoi al massimo rimanere in disparte, ma se vuoi parlarne ne devi parlare bene. L’Italia è un paese omofobo, signori, che deve solo apprendere a piene mani dalla lezione nord-europea. Certo, mentre a Londra per “sodomia” si rischiava ancora il carcere in Italia l’omosessualità era legale già da 50 anni, ma questo in fondo cosa importa? Si sono fatti perdonare mandando in carcere chi oggi legge le Lettere di San Paolo in piazza.

Eppure, in Francia con un trattamento mediatico pressoché speculare, La Manif Pour Tous ha portato in piazza quasi un milione di persone, tra cattolici, ortodossi, evangelici, musulmani, ebrei, agnostici, atei, socialisti e nazionalisti.

Anche le Sentinelle continuano a crescere, di veglia in veglia, nonostante i nazisti dell’Illinois, i flashmob e le invettive di Saviano o Selvaggia Lucarelli. “Puoi anche maledire il mio nome, ma ricorda la verità” cantano in uno dei loro ultimi brani i Blind Guardian; questa consapevolezza mi ha portato a partecipare, qualche settimana fa, alla mia sesta veglia. E non sarà l’ultima, potete contarci”.

    Lorenzo Rosellilo ieromonaco

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