Il consigliere della Lega Nord Fabrizio Cecchetti che ha, con il suo voto, permesso la concessione del patrocinio della Regione Lombardia al gay pride spiega le sue motivazioni. O meglio, l’unica motivazione: “evitare polemiche contro l’amministrazione regionale”.
Questo dimostra due cose.
La prima: la dittatura del conformismo tocca anche esponenti di gruppi politici tra i più insospettabili, pronti a piegarsi al politicamente corretto per evitare a sé prima che ad altri l’”accusa” di omofobia. Politici che, in quanto rappresentanti del popolo, dovrebbero rispettare –quantomeno moralmente- il mandato ricevuto.
La seconda: la qualità, come sempre, viene fatta dai singoli, non dalle bandiere.
Arriva nel pomeriggio la nota del Segretario federale Matteo Salvini che su facebook fa il punto della situazione. Pur senza citare il caso lombardo, parla di omosessualità e diritti.
“Rispetto l’omosessualità” afferma nel post “alla richiesta di diritti io non dico mai di no a prescindere.” Poi procede: “il matrimonio si celebra fra un uomo e una donna e i figli si danno in adozione a un uomo e a una donna.”
Vedremo se, al commento su facebook, seguirà una vera e propria presa di posizione nei confronti di Cecchetti.
Redazione