26/11/2013

“L’erba voglio” cresce in California

La legge californiana riconosce la paternità e la maternità legale a chi esprime la volontà di avere il figlio, a prescindere da chi l’ha concepito e da chi l’ha portato in grembo

Elijah Joseph Daniel Furnish-John e Zachary Jackson Levon sono nati dalla stessa madre surrogata.
I loro nomi forse dicono poco, eppure tutti conosciamo almeno uno dei due genitori legali: Elton John (con il suo compagno David Furnish).
Per averli, la coppia si è rivolta al “Center for Surrogate Parenting Inc.” di Encino, in California, uno fra i primi al mondo ad aver organizzato gravidanze conto terzi: la California è infatti fra gli stati più “surrogacy – friendly”. Dal primo gennaio di quest’anno è in vigore una nuova legge che ha consolidato alcune prassi.
Innanzitutto, è consentito il pagamento della madre surrogata, che non è mai considerata la madre legale, indipendentemente dal fatto che abbia o no un legame biologico con il nascituro. La legge prevede che diventi genitore legale quello “intenzionale”, cioè chi ha commissionato la gravidanza con l’intenzione di diventare genitore.
L’attuale testo definisce genitore intenzionale “un individuo, sposato o non sposato, che manifesta l’intenzione di essere vincolato legalmente come genitore di un bambino nato da riproduzione assistita”.
Alla maternità in affitto in California può quindi accedere chiunque: singoli o coppie, omo ed eterosessuali, purché si manifesti chiaramente la volontà di avere un figlio. I legami genetici – cioè chi ha messo a disposizione i gameti – e biologici – chi ha portato avanti la gravidanza – sono di secondaria importanza rispetto alla decisione di avere un bambino, con eccezioni se la madre surrogata ha anche contribuito con i propri ovociti (caso in cui è difficile negare che la donna che ha dato alla luce il piccolo con il proprio patrimonio genetico sia effettivamente sua madre, sotto tutti i punti di vista, a meno che rinunci volontariamente al proprio figlio).
Il contratto tra le parti – gli aspiranti genitori e la madre surrogata – deve essere registrato prima di avviare qualsiasi pratica medica, e i committenti sono legalmente “genitori” prima del parto.
A fare scuola sono state alcune sentenze, in particolare due: la prima del 1993, la “Johnson v. Calvert”, e la seconda, nota come “Buzzanca v. Buzzanca”, conclusasi nel 1998.

Mark e Crispina Calvert desiderano un figlio ma la signora non può portare avanti la gravidanza e quindi si affidano a una gestazione conto terzi. L’embrione formato con i gameti della coppia viene trasferito nell’utero di Anna Johnson la quale, dopo diversi dissapori con i Calvert, decide di tenere con sé il bambino. La Corte Suprema della California però stabilisce altrimenti, con la motivazione che al momento del concepimento era Crispina Calvert ad avere l’intenzione di diventare madre, e non Anna Johnson, che quindi non può essere legalmente genitore del bambino.
Entrambe sono comunque riconosciute madri naturali.

Il secondo caso giudiziario coinvolge Luanne e John Buzzanca, sterili, che decidono di avere un bambino utilizzando gameti estranei e facendo impiantare l’embrione formato nell’utero di una terza donna. Nasce Jaycee, ma i due si separano e bisogna stabilire chi siano i genitori legali del piccolo. In una prima sentenza, i giudici stabiliscono – incredibilmente – che il bambino non ha genitori dal punto di vista legale. Ma in appello la sentenza viene ribaltata, ancora una volta in virtù della volontà mostrata dai Buzzanca al momento del concepimento, nonostante il contratto con la madre surrogata – anche lei sposata, fra l’altro – fosse stato firmato due settimane dopo il trasferimento in utero dell’embrione.
Quindi Luanne continua ad avere in custodia il piccolo, al cui mantenimento deve contribuire anche John.

Recenti sentenze riguardanti coppie omosessuali hanno confermato il criterio della volontà espressa di diventare genitori, previsto anche dalla nuova normativa. E poiché la realtà riesce sempre a superare la fantasia, i legami fisici, biologici e legali che si possono stabilire fra singoli e coppie e bambini sono i più vari e imprevedibili.
Una babele in cui le figure di mamma e papà sono sempre più un lontano ricordo.

di Assuntina Morresi

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