18/11/2021 di Fiorella Pecorale

Lettera ad una mamma che vuole abortire

“…Ma l’aborto riguarda molte di noi, è intriso nella storia di innumerevoli donne e, in modi svariati e con passati diversi, non sono poche quelle che hanno seppellito un figlio in un luogo recondito, nascosto e fiorito della loro anima”.

 

"Lettera ad una mamma che vuole abortire" inizia così: spiegando alle proprie lettrici che non si tratta affatto di un’opera faziosa, giudicante o volta a difendere il partito pro life o quello femminista. È una semplice lettera e, in quanto tale, impregnata di un sentimento sincero.

Ogni donna ha un fisiologico bisogno di raccontarsi, (specialmente con altre donne) e quel bisogno va spesso in contrasto con una strana forma di omertà, soprattutto se il tema è quello dell’aborto. Che l’abbiano vissuto in modo spontaneo infatti, o che abbiano volontariamente interrotto la loro gravidanza, entrambe sono profondamente segnate nel profondo ed entrambe faticano a dissotterrare quel capitolo che hanno deciso di chiudere troppo in fretta. Si tende a mantenere quei figli sepolti, perché parlarne potrebbe rievocare un dolore che, si sa, nessuno comprenderebbe abbastanza.

“In fondo era solo un grumo di cellule”

“È stata una semplice selezione naturale”

“Dai, la vita è lunga ne farai un altro”

Ogni commento di questo tipo, è responsabile di quell’omertà dolorosa perché non ha fatto che gettare, parola dopo parola, palate di terra su quel minuscolo corpo che sembrava dover essere dimenticato il più rapidamente possibile. La mancanza di sensibilità che si genera intorno ad un lutto complesso come quello abortivo, genera censura nelle donne che, improvvisamente, si trovano a dover decidere che “era meglio così” ed “ora basta parlarne perché si va avanti”.

L’autrice di questo libro, dopo aver perso e partorito sua figlia nel quinto mese di gravidanza, vuole solo stendere una mano ad ogni donna con parole che vogliono essere carezze per il cuore e fiori gentili sulle piccole lapidi che in tante portano dentro.

I capitoli di questo volume, come si può dedurre dal titolo,  non sono solo un invito alla riflessione prima di agire con un aborto volontario, ma anche un incoraggiamento ad elaborare il lutto per tutte le donne che invece hanno tombe segrete nel cuore.

Soffrire è un diritto. Piangere è necessario. Parlare di ciò che realmente l’aborto è e comporta, imprescindibile.

A breve uscirà questo piccolo testo tascabile che, ci auguriamo, possa arrivare fra le mani di tante.   Un dolore ben raccontato, dona un significato ciò che accade e aiuta la coscienza ad elaborare l’angoscia nel modo giusto.

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