Jeff Bezos, fondatore di Amazon, è tra gli uomini più ricchi e famosi al mondo. Ma anche la sua ex moglie non è da meno. Wikipedia presenta la signora MacKenzie Scott, nata a san Francisco nel 1970, anzitutto come “una scrittrice e una filantropa”. Ed effettivamente la Mac Kanzie vinse, con il suo primo romanzo, un rinomato premio nel 2006.
Molta della sua notorietà però, inutile negarlo, le deriva dall’ex marito il quale, dopo il divorzio del 2019, le ha lasciato ben 38 miliardi di dollari e il 4% delle azioni Amazon, tanto da farla diventare, secondo Forbes, “la 22esima persona più ricca al mondo”.
Per quanto riguarda la filantropia, la Scott non è da meno e da tempo si prodiga per molte cause, più o meno umanitarie. Decine i gruppi da lei sostenuti negli ultimi anni. Di recente, se sono veri i dati che circolano, avrebbe donato oltre 4 miliardi di dollari per fronteggiare l’epidemia del coronavirus. Cosa certamente buona e giusta.
Pochi giorni fa però, la sua filantropia ha avuto un grave intoppo visto che, come riportano i mass media americani, la Scott avrebbe elargito la bellezza di 275 milioni di dollari a Planned Parenthood, la nota multinazionale dell’aborto che, in oltre un secolo di storia, ha riempito gli Stati Uniti delle sue “cliniche” e dei suoi centri di propaganda. In cui però non si curano solo malattie e patologie, come si è sempre fatto negli ospedali, ma ci si adopera anche e soprattutto per non far nascere i nuovi esseri umani (non desiderati).
«Siamo incredibilmente grati per lo straordinario investimento filantropico della signora Scott a favore di Planned Parenthood», ha dichiarato, pieno di entusiasmo, Alexis Mc Gill Johnson, amministratore delegato della multinazionale.
Forse la donatrice miliardaria ignora la storia, le contraddizioni e gli obiettivi del gruppo, anche se è difficile crederlo. Basta dare un’occhiata al web per sapere che questa associazione, dal lontano 1916 e assieme ad altre simili, «si batte negli Stati Uniti in favore della legislazione abortista, dell'educazione sessuale, dell'accesso a certi servizi medici anche contrastando la libertà all'obiezione di coscienza».
«Più di 100 anni fa – si legge nella storia dell’azienda - quando Margaret Sanger e sua sorella aprirono una clinica a Brooklyn per fornire informazioni sulla pianificazione familiare, il controllo delle nascite era illegale. Solo 10 giorni dopo l'apertura della sua clinica – il primo centro sanitario Planned Parenthood – Sanger è stata arrestata e gettata in prigione. Questo fu l'inizio del movimento Planned Parenthood».
Così presenta se stessa la multinazionale dell’aborto, dimenticando però di dire che la Sanger fu all’origine dell’aborto sino al nono mese, dell’eugenetica, della logica di miglioramento della razza, e della politica di sterilizzazione dei cittadini poveri, malati o “inadatti alla procreazione”.
La donazione è un bel gesto e chi si priva di qualcosa in favore di altri mostra senza dubbio solidarietà. Bisogna però che lo scopo della donazione sia retto. Altrimenti donare ai bordelli, ai fattucchieri, ai satanisti, a chi diffonde la droga o alla pornografia e, in questo caso, agli abortisti, sarebbe come sostenere chi si trova in difficoltà a causa di terremoti, guerre, povertà e problemi di salute. Ma, lo sappiamo, così non è.