Siamo pieni di vademecum a sfondo LGBT, su tutti i campi, ma ne mancava uno: quello relativo al mondo del lavoro.
Mancanza che non poteva essere tollerata, grave lacuna a cui sopperiscono il MIT (Movimento identità transessuale) e l’immancabile Arcigay.
Scopo della “Guida sui diritti delle persone LBGT nel luogo di lavoro”, meglio nota come “Rights at work”, per avere un filo di internazionalismo che mai guasta, è insegnare agli interessati a non far confusione con il mobbing o le molestie: esiste una vera e propria discriminazione specificatamente rivolta a loro e la devono saper riconoscere. Siamo quasi all’assurdo: una guida che ti spiega i motivi per cui dovresti sentirti discriminato –forse perché da solo non sempre te ne accorgeresti-.
Non solo omofobia, però: l’elaborato si articola in una serie di capitoli di approfondimento per poter far sì che un lavoratore LGBT sappia come regolarsi in occasione di cambio del proprio sesso, per richiedere congedi parentali, permessi per l’accudimento dei figli –non può essere di sicuro trascurata l’omogenitorialità-, per la tutela dei propri dati sensibili –come, per esempio, il proprio stato di salute-, i permessi per l’assistenza del partner e le modalità per accedere alla reversibilità dei fondi di previdenza in caso di decesso del compagno/a.
Si fa anche esplicito riferimento alle assenze prolungate in caso di terapie per curare l’HIV…
Ecco, la guida che mancava. Il vademecum del perfetto LGBT sindacalizzato.
Redazione