Per far rispettare l’art. 30 della Costituzione si dovrò forse arrivare ad una legge di “rinforzo”, cosa che, soprattutto per chi mastica anche in modo superficiale di diritto, pare un’aberrazione, una vera sovversione della gerarchia delle fonti del diritto.
Purtroppo invece l’azione proposta da due Onorevoli del NCD, Roccella e Pagano, sembra necessaria per difendere la libertà educativa della famiglia, sempre più sotto assedio.
Nella conferenza stampa di ieri, 28 marzo, è stato presentato il testo di un disegno di legge, necessario strumento secondo i promotori dopo le insoddisfacenti prese di posizione del Governo in risposta all’interpellanza parlamentare che chiedeva di specificare ed arginare gli spazi di movimento dell’UNAR.
La questione di fondo è la possibilità di scegliere, da parte delle famiglie, il percorso più adatto alla formazione dei propri figli in materie eticamente sensibili quali le relazioni sul paino psichico, affettivo e spirituale e l’educazione all’affettività ed alla sessualità. Tali argomenti dovranno, secondo il ddl Pagano-Roccella, essere sviluppati come attività integrative e facoltative, approvate dal Consiglio d’Istituto e chiarite ai genitori, nei mezzi, modi, contenuti e soggetti che ne terranno l’esposizione. A quel punto, la famiglia potrà prestare il proprio consenso a far partecipare o meno i figli a queste attività extracurricolari, dichiarazione che dovrà necessariamente avvenire in forma scritta.
Il DDL così come è stato esposto tocca il punto nevralgico della questione: nessuno, Istituzioni comprese, può intervenire a gamba tesa nell’educazione affettiva di un bambino in quanto questa responsabilità è conferita ai genitori dalla Costituzione ma anche dalla Convenzione ONU dei diritti del fanciullo: non si può mandare i propri figli a scuola e non sapere cosa all’interno di quelle mura verrà loro detto, a cosa saranno sottoposti.
Redazione