“I genitori hanno diritto di priorità nella scelta del genere di istruzione da impartire ai loro figli.”
Così recita l’articolo 26 della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo. Articolo che sembra un qualcosa che ondeggia tra il banale ed il vetusto ma che assume un’importanza sempre maggiore considerato il contesto sociale in cui viviamo. Considerati soprattutto gli attacchi a cui la scuola stessa è sottoposta: aule che divengono luoghi di ideologizzazione dei ragazzi, addirittura dei bambini. Nella buona parte dei casi all’insaputa dei genitori.
Ma quando gli stessi genitori vengono messi a conoscenza di quanto sta accadendo ai loro figli, sono i primi a prendere nette posizioni a riguardo, basti pensare alla denuncia di Notizie Provita e dei Giuristi per la Vita, sollecitata da un gruppo di madri e padri, nei confronti dell’adozione del romanzo “Sei come sei” in un liceo di Roma.
L’ultimo mirabile esempio in ordine cronologico è la nascita del Comitato articolo 26 sorto spontaneamente tra un nutrito gruppo di partecipanti al convegno “Sarà ancora possibile dire mamma e papà?” tenuto dagli avvocati Gianfranco Amato e Simone Pillon a Castiglione del Lago.
Rivendicare la libertà educativa è una delle chiavi di volta per iniziare a scardinare la strategia dominante costituita da un messaggio di totale scardinamento delle fondamenta di una società ordinata e serena.
Per chi volesse saperne di più, è a disposizione la locandina di presentazione.
Questo l’articolo uscito ieri, 6 maggio 2014, su Il Giornale dell’Umbria:
Redazione