Da molto tempo si sente dire che la storia la scrivono i vincitori. E quindi prevarrebbe spesso una visione unilaterale, a proposito della descrizione dei fatti accaduti, per esempio, durante la prima e la seconda guerra mondiale.
Ma certi (presunti) vincitori esistono anche in un senso culturale e non bellico. E spesso proprio costoro stanno combattendo delle guerre ideologiche di cui lo studente medio, e la di lui famiglia, è completamento all’oscuro.
Così un libro di geografia per le scuole Superiori, intitolato “La geografia in 30 lezioni”, edito dalla Zanichelli, comporta alcuni passaggi ambigui ed imprecisi sul cosiddetto “fondamentalismo cristiano”. Alle pagine 42-43 del libro si parla delle religioni presenti in Europa, con un focus sul cristianesimo nelle sue varie forme storiche (cattolico, ortodosso, protestante), e anche sull’islam e l’ebraismo.
Come se fosse un tratto dominante dei tre monoteismi, si passa subito dopo a parlare del “fondamentalismo religioso”: così probabilmente avrebbe fatto il buon Marx, se fosse vivo oggi. Non entriamo sul modo in cui viene trattato il fondamentalismo islamico ed ebraico, ma ci vogliamo concentrare sul cristianesimo, la “religione più diffusa in Europa”.
Si dice anzitutto che in «ambito cristiano esistono movimenti fondamentalisti, molto forti soprattutto negli Stati Uniti». L’autrice si riferisce alle cosiddette «Chiese televisive», per mezzo delle quali «vengono propagandate idee religiose molto conservatrici».
Ma cosa sarebbe un’idea religiosa conservatrice? E un’idea religiosa progressista? Non è che già qui la politica fa un brutto scherzo all’autrice privandola di quella obiettività che è alla base del sapere? Ovviamente poi chi descrive questi fenomeni non è neutrale rispetto ad essi, ma in qualche modo li sta criticando, accusando, mettendoli in cattiva luce. Tipico in tal senso è l’esagerane l’importanza numerica (“molto forti”), quasi rappresentassero un pericolo pubblico.
Senza dati statistici chiari però è difficile essere obiettivi. Di sicuro, nell’America iper secolarizzata di oggi, sono molto più forti gli atei e gli indifferenti, rispetto ai cosiddetti “fondamentalisti cristiani”. Ma in cosa credono poi costoro? Cosa li differenzia dagli altri cristiani, cattolici o evangelici che siano? Se non si trova un loro DNA specifico, risulta difficile identificarli e riconoscerli.
E proprio qui viene il bello. I fondamentalisti cristiani – si legge nel libro di geografia - «credono nell’infallibilità della Bibbia e si oppongono all’aborto, al divorzio, all’omosessualità». Ma quale cristiano degno di questo nome potrebbe negare l’infallibilità - che sarebbe più preciso chiamare inerranza - della Sacra Scrittura? Per tutti i cristiani esiste il dogma dell’ispirazione divina della Bibbia e Dio, come noto anche agli atei, non fa errori.
Assimilare la fede nella Bibbia al fondamentalismo è comico: sarebbe fondamentalista persino il Concilio Vaticano II, visto che esso riafferma, dopo secoli di pronunciamenti costanti, l’ispirazione biblica di tutta la Scrittura. Più assurdo ancora è il collegamento tra fondamentalismo e opposizione ad aborto, divorzio e omosessualità. Un cattolico quindi, un ortodosso o un protestante, per evitare di essere etichettati in modo poco piacevole - al limite del razzismo ideologico - dovrebbe diventare favorevole a ciò che va contro la propria fede, la propria tradizione religiosa e la propria coscienza?
Questo è grave. Perché è come dire che per essere accettati nella società pluralista attuale, bisogna smettere di essere ciò che si è.
Il libro di geografia – e chi lo ha scritto - ignora, forse, che la gran parte delle religioni del mondo non ammette l’aborto. E questo avviene perché per tutte “uccidere è peccato”. Esistono pure, ma era meglio non dirlo per creare un quadro più fosco, molti atei, dubbiosi o scettici, che sono critici verso l’interruzione di gravidanza e non la praticherebbero mai. Medici obiettori, ginecologhe e infermiere, giovani, vecchi. Costoro cosa sarebbero? Forse dei “fondamentalisti laici”?
Papa Francesco, lo scorso 13 marzo, ha compiuto dieci anni di pontificato. In dieci anni tondi ha condannato l’aborto decine di volte, arrivando a paragonare chi lo pratica ad un “sicario” (per esempio nell’intervista alla Reuters, il 4 luglio 2022). Forse sua santità ignora di essere a capo dei fondamentalisti del mondo intero, ma grazie a questo libro di geografia ora lo sa!
Al di là delle questioni più religiose, però, viene da chiedersi – dal punto di vista educativo e scolastico – che fiducia accordare alle scuole di Stato se i manuali in uso dipingono la realtà religiosa, e indirettamente i milioni di credenti che ne fanno parte, in modi così palesemente succubi del secolarismo, della cristianofobìa e dell’ideologia?