21/12/2013

L’impegno pro-life in memoria di mia figlia mai nata

Un ragazzo un po’ impaurito alla notizia che la propria fidanzata stava aspettando un bambino; un diciassettenne che nella sua assoluta semplicità di studente neanche troppo brillante comprende immediatamente che aveva “perso il diritto di continuare ad essere soltanto un ragazzino.” Queste le parole di Jason Jones, uno dei due produttori del film Bella, inno alla vita che supera tutti gli ostacoli.

Responsabilmente il giovane decise di trovarsi un lavoro per mantenere la neonata famiglia e si arruola nell’esercito. Nel frattempo, per i primi mesi, la ragazza avrebbe dovuto tenere nascosta la gravidanza fino a quando Jason, superato il periodo di addestramento, sarebbe stato in grado di riunirli tutti sotto uno stesso tetto. Doveva arrivare una bimba, Jessica era il nome prescelto.
Purtroppo le cose non andarono come i due ragazzi avrebbero voluto: il padre di lei scoprì il segreto e la fece abortire.

La reazione di Jason fu fortissima, arrivando a chiedere al proprio Capitano di chiamare la polizia: “Chiami la polizia, il padre della mia fidanzata ha ucciso mio figlio!”. Il giovane non era a conoscenza della possibilità di abortire legalmente: com’era possibile? La vita umana comincia dal concepimento: “mio figlio era un essere umano.”.

Da quel momento l’impegno di Jason divenne combattere l’aborto, in nome di quella Jessica a cui fu strappata la vita.

Iniziò  a bussare di porta in porta, parlando di aborto e spiegandone la verità. Tanti i rifiuti ma ancora di più le persone interessate ad ascoltare: per ciascun attivista pro-life vi sono mille persone che, magari silenziosamente, la pensano come lui.

“Siamo nati per conoscere la verità” afferma  “c’è qualcosa nella nostra anima che prova ripugnanza nei confronti della menzogna. Questo risveglio della coscienza richiede tempo, ma è un processo inarrestabile. Quella che Giovanni Paolo II ha chiamato ‘cultura della morte’, sembra oggi troppo forte per essere scardinata: le nostre élites culturali la abbracciano come un vangelo che non può essere messo in discussione. I nostri governi la promuovono in tutto il mondo, ma so benissimo che se collaboreremo insieme, vedremo la nostra cultura trasformarsi piano piano in cultura della vita”.

Jason fondò  un gruppo pro-life presso l’Università delle Hawaii e divenne presidente dei Giovani Repubblicani. Poi l’ulteriore passo: la cinematografia con la produzione, appunto, del film “Bella”.

Far conoscere, in tutti i modi possibili, la verità è un atto rivoluzionario. Anche in ricordo di quella Jessica che sarebbe potuta nascere.

Redazione

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