Il Gruppo Scuola Arcigay Milano non ferma la sua presenza ormai costante nelle scuole del territorio. Sulla pagina facebook del Gruppo Scuola, infatti, vediamo alcune foto pubblicate lo scorso 19 marzo che, come scritto nel post, si riferiscono all’ITSOS Albe Steiner e all’Istituto Comprensivo Statale "Ermanno Olmi", con quest’ultima realtà che comprende i poli Bodio, Guicciardi e Maffucci (interessato dall’evento arcobaleno) e che ha al suo interno la scuola media a cui si è rivolta proprio la realtà di Arcigay.
Facendo una ricerca scopriamo che all’Istituto tecnico Steiner, una circolare della scuola stessa preannunciava l’iniziativa già con tre giorni di anticipo e anche che al suo interno non è “strano” parlare di certe tematiche, magari spesso – come in questo caso – senza i dettagli di un contraddittorio, soprattutto per la presenza di collettivi studenteschi molto attivi su queste tematiche e inneggianti alle “lotte” portate avanti da realtà come quella di “Non Una di Meno”.
Per quanto riguarda, invece, la scuola media Maffucci dell’Istituto comprensivo Olmi, alla voce “Bullismo e cyberbullismo” leggiamo come viene riportato soltanto un documento del Miur in cui si parla genericamente di fornire, nelle scuole, “Indicazione di strumenti utili e buone pratiche per contrastare i fenomeni del bullismo e cyberbullismo” ma niente di più. L’unica iniziativa di contrasto alle discriminazioni pubblicizzata dal sito della scuola contiene un video e un power point realizzati dagli alunni stessi, in cui si parla, condannandola decisamente, della violenza sulle donne, mentre non abbiamo trovato nessun dettaglio né comunicazione pubblica sulla presenza di Arcgay.
Ci chiediamo come mai, in questo caso proprio Arcigay Milano, non abbia avuto la “premura” di pubblicizzare e pubblicare neanche uno spezzone né un dettaglio su quanto fatto all’interno della scuola media e soprattutto perché – ma ormai ci abbiamo fatto l’abitudine – questo tipo di iniziative vengono pubblicizzate sui social soltanto dopo essere avvenute e mai prima.
Interrogativi che sembrano non trovare risposta o che forse, come ormai avviene in tante altre scuole, sono riconducibili alla palese volontà di evitare qualsiasi protesta o qualsiasi voce contraria – soprattutto da parte di genitori e addetti ai lavori – che potrebbero portare alla sospensione o al rinvio di queste stesse iniziativa altrettanto palesemente ideologiche.