Dopo Findus, ora tocca a Vodafone offrire un contributo alle lobby LGBT. In uno spot promozionale, la compagnia telefonica inserisce con nonchalance una coppia di due donne che in ospedale aspettano la nascita del “loro” figlio.
“Bisogna avere pazienza” recita Fabio Volo all’inizio del filmato, mentre il video mostra una delle due donne in attesa nella corsia dell’ospedale. Poi l’attore cambia radicalmente idea: “Ma magari, invece, no. Magari è arrivata l’ora di avere coraggio, di lanciarsi. Sì, perché in fondo, non siamo fatti per aspettare”. Ed ecco la donna entrare nella stanza, abbracciare la madre biologica (forse) e guardare assieme il neonato proveniente da chissà quale padre.
Va da sé: se non ascolti Volo, se non hai il “coraggio” da lui citato, sei un po’ “sfigato”. Questo è il coraggio: saper andare oltre la natura, sfidare i limiti, eludere gli schemi rigidi ed oppressivi che hanno soggiogato l’uomo per millenni, difendere le rivendicazioni dei diritti di coppia LGBT. Se, invece, credi nella famiglia naturale, nel diritto di un bimbo ad avere una madre e un padre, se ti batti contro le lobby che finanziano chiunque purché si realizzino spot di questo tipo, sei un perdente. Non sei un coraggioso, sei un oltranzista, proibizionista, razzista, fascista, omofobo, ecc.
Te lo dice Findus, te lo dice la Vodafone, te lo dice la Ford (che costruisce automobili “per tutti i tipi di famiglia”), te lo dicono sempre più imprese colossali che, dall’alto della loro libertà, ti accusano di essere schiavo di stereotipi di genere e del bigottismo notoriamente dilagante nel nostro Paese (tanto da rinvenire la necessità di una legge per contrastare le condotte omofobe dei cittadini italiani: leggi qui).
Eppure come non riesco a sentirmi schiavo, non riesco a vedere loro liberi. Vedo imprese schiave, vendute, sottomesse e servili. E vedo uomini liberi che sostengono la famiglia di sempre, l’unica famiglia possibile, che difendono semplicemente ciò che è evidente.
Per queste imprese, vittime del relativismo laicista, oggi la concezione del “giusto” è legata alla concezione di “conveniente”. La Vodafone (che, ripeto, è solo l’ultima di una lunga serie) ha probabilmente ritenuto giusto ricevere un finanziamento dai poteri forti lgbt in cambio di uno spot pubblicitario in cui famiglia naturale, nascita, nascituro, sono nel mirino. Ha semplicemente ritenuto giusto ciò che era conveniente (o almeno lo era nell’immediato).
Elia Buizza