23/02/2016

Manny Pacquiao, il pugile filippino contro la lobby LGBT

La dittatura del pensiero unico LGBT indossa i guantoni, sale sul ring e colpisce ancora.

Questa volta – come riporta LifeSiteNews – lo scontro è con il celebre pugile filippino Manny Pacquiao, che peraltro è candidato al Senato in vista delle elezioni generali del prossimo 9 maggio.

Tuttavia, la lotta con chi se ne intende di montante, gancio e diretto è ardua. Pacquiao infatti, almeno finora, non è indietreggiato, ma continua a tener testa alle lobby gay.

La sua colpa? Quella di aver detto, manco a dirlo, frasi di assoluto buon senso, lapalissiane, condivisibili pure da un bambino. In pratica, ha difeso la famiglia naturale ed ha contestato il “matrimonio” gay.

«Le donne sono fatte per gli uomini e gli uomini sono fatti per le donne», ha dichiarato Pacquiao.

«Vedete animali mantenere relazioni omosessuali? Gli animali sonio in grado di distinguere tra uomini e donne – ha proseguito -. Se approviamo il sesso di uomini con uomini e di donne con donne, significa che l’uomo è peggio di un animale». Frasi troppo forti e politicamente scorrette per la sensibile mentalità odierna, ottenebrata dall’ideologia omosessualista. 

Se però si condanna quanto sostenuto da Pacquiao, allora, per coerenza, si dovrebbero mandare al rogo centinaia e centinaia di testi (sacri e non) partoriti dalla nostra storia bimillenaria e che usano un linguaggio ben più acceso. Arriveremo pure a questo?

Oltretutto, le lobby LGBT sanno perfettamente che il bene delle persone omosessuali non è certo cadere nella ragnatela dei rapporti con persone dello stesso sesso. Dirlo però farebbe loro perdere potere e dunque si guardano bene dal ricordarlo e dal portare all’attenzione dell’opinione pubblica testimonianze in tal senso. Anzi, ogni qual volta qualcuno con tendenze omosessuali si dichiara contrario all’agenda gay, viene attaccato, calunniato e censurato con violenza inaudita.

Pacquiao, nelle Filippine, è stato fatto subito oggetto di pesanti critiche da più parti. Il mondo LGBT (sostenuto dai poteri forti) ha definito le sue esternazioni “barbare” e “stupide”, rispolverando la questione evergreen della discriminazione, dell’uguaglianza e così via.

Il pugile ha subito pure delle pesanti conseguenze economiche. Ha infatti perso un contratto di 1 milione di dollari con la Nike.

La sua fede cristiana però non lo ha smosso di un centimetro. Pur ribadendo di non voler condannare le persone LGBT, ha confermato di essere fortemente contrario agli atti omosessuali, secondo quanto afferma la Bibbia. E si è detto felice di confessare la verità.

Un coraggio esemplare. Degno di un vero campione.

Redazione

 

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