In Italia, lo ribadiamo da tempo, non esiste alcuna “emergenza omofobia” e dunque nessuna giustificazione per una legge che ha l’unico scopo di introdurre un reato d’opinione per chi sostiene un punto di vista differente a quello del movimento omosessuale. Una sola offesa o aggressione ad un omosessuale sarebbe già troppa, ma i numeri dimostrano chiaramente che non esiste alcuna emergenza.
Lo si evince dai dati forniti alla Commissione Giustizia del Senato, in occasione della discussione sul disegno di legge contro l’omofobia e la transfobia, dall’Oscad, l’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori istituito presso il Dipartimento di Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno.
Dal settembre 2010 l’Oscad monitora tutte le segnalazioni a presunti reati a sfondo discriminatorio motivati da origine etnica o razziale, genere, convinzioni religiose, orientamento sessuale, identità di genere, disabilità, età, lingua. Il documento ha certificato che in più di 3 anni di attività dell’osservatorio sono pervenute all’Oscad 611 segnalazioni: 253 riguardano atti discriminatori costituenti reato. Tra queste, il 57% è motivato dalla razza/etnia, il 27% dall’orientamento sessuale , l’11% dal credo religioso, il 2% da disabilità.
Delle 83 segnalazioni pervenute in oltre 3 anni (una media di 28 all’anno), non crimini accertati come davvero commessi ma segnalazioni, riguardanti l’orientamento sessuale, 35 casi sono offese come ingiurie/diffamazioni (il 42,17%, 11 casi all’anno); 33 casi riguardano aggressioni/lesioni (39,76%, 11 casi all’anno), 5 casi sono istigazione alla violenza omofoba (6,02%, 1,6 casi all’anno), 4 casi di danneggiamenti e 4 casi legati al suicidio della vittima (4,82%, 1,3 casi all’anno) e 2 casi di minacce (2,41%, 0,6 casi all’anno).
«Questi dati», ha affermato Carlo Giovanardi capogruppo Ncd in commissione Giustizia, «dimostrano che in Italia non esiste affatto un’emergenza di violenza e discriminazione nei confronti di omosessuali e transessuali, mentre questo disegno di legge ideologico e liberticida mira a togliere la possibilità di espressione e di azione a chi non condivide le tesi delle associazioni gay militanti, per esempio sul matrimonio o sull’adozione». Per questo il “Nuovo Centrodestra “ ha presentato 120 emendamenti al disegno di legge.
Anche Agapo (“Associazione Genitori e amici di Persone Omosessuali”), d’altra parte, lo ha affermato spiegando che «l’ambiente in cui crescono oggi in Italia i giovani con tendenza omosessuale in genere non è omofobo. L’odio nei confronti dei “gay” rappresenta un fenomeno complessivamente marginale». Una recente ricerca effettuata a livello internazionale dal prestigioso Pew Research Center ha certificato infatti che l’Italia si colloca tra i Paesi del globo aventi i maggiori tassi di accettazione dell’omosessualità, appena sotto la Francia.
Forte di questi dati, l’associazione “Giuristi per la Vita” ha inviato una diffida all’Unar (l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali istituito presso la presidenza del Consiglio dei ministri) dal proseguire nell’attuazione della Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere (2013-2015), che si traduce automaticamente in violazioni della libertà di stampa, d’opinione e di parola. Esiste anche una petizione che è possibile firmare su www.prolifenews.it
Per amore di cronaca informiamo che è stato svelato l’ennesimo finto caso di omofobia architettato da militanti Lgbt. Nel novembre scorso è girata in tutto il mondo la notizia della cameriera lesbica a cui i clienti del suo ristorante in New Jersey non hanno lasciato la mancia perché, avrebbero scritto sullo scontrino, «non siamo d’accordo con il tuo stile di vita». Dopo le solite urla delle associazioni gay sono piovuti sulla donna, Dayna Morales, fiumi di donazioni. Peccato che i due clienti hanno mostrato lo stesso scontrino, con data e ora, completamente privo di qualunque scritta. La donna sta ora rimborsando tutti coloro che le hanno donato soldi, è stata licenziata e il ristorante ha avviato una causa legale contro di lei. Ovviamente quasi nessuno ha riportato la notizia.
Fonte: UCCR