Finché ci sarà anche solo un caso di pedofilia o pedopornografia, non possiamo stancarci di parlarne, non possiamo dire: “Basta per un po’, cambiamo argomento adesso e poi ne riparleremo”. Non possiamo e non dobbiamo abituarci, perché questo sarebbe un grave sintomo della perdita di importanza ai nostri occhi di simili tragedie.
Drammi del genere, invece, non perdono affatto importanza per noi, anche perché dietro ai crescenti numeri di casi di abusi sui minori ci sono dei bambini innocenti la cui vita, la cui dignità e i cui corpi sono stati terribilmente feriti.
Meter Onlus, l’associazione fondata da Don Fortunato Di Noto, in prima linea contro la pedofilia, ha recentemente denunciato: «CPZoo. (Child Porn Animal). 38 bambini (in foto e video) che sono stati fatti abusare da cani. Adulti che hanno utilizzato i cani addestrandoli e utilizzandoli per abusare sessualmente dei bambini. Poco importa se cancelleranno il contenuto pedopornografico. Importa individuare i bambini, gli autori di questo scempio, chi detiene il materiale, chi divulga. Noi denunciamo, ma altri devono agire», come leggiamo su Aleteia.
Si può restare indifferenti a una simile oscenità? Ci si possono forse turare le orecchie per non sentire le urla strazianti di quei bambini fatti abusare da cani? O quelle dei «dei 39 minori (tra i 3 e i 17 anni) liberati in Georgia a seguiti della loro scomparsa e perché destinati ad essere ceduti ad orchi pronti ad approfittarsene sessualmente o a ridurli in stato di schiavitù»?
Il silenzio è complice. Nostro dovere è contribuire a sensibilizzare senza mai stancarci l’opinione pubblica su questi temi, affinché la tutela dei bambini non sia più solo un argomento fra tanti, ma una priorità della politica e dei singoli cittadini.
Don Di Noto ci suggerisce come dar voce in ogni contesto a queste povere vittime: «sollevare il problema della giustizia che procede poco o a rilento in queste circostanze; sostenere anche economicamente un’associazione che opera concretamente non solo per scovare e denunciare, ma anche per assistere e guarire i bambini abusati; opporsi civilmente ma fermamente in ogni contesto sociale a chi fa discorsi che tendono a sdoganare la pedofilia (il più comune è che il pedofilo “nasce così” e non può farci niente, e che il pedofilo di natura non è violento e i bambini “li ama” ma non li tocca neanche con un fiore, se non vogliono); non lasciare solo chi si espone contro questo abominio. Tutto questo è possibile».
Rimbocchiamoci le maniche e sentiamoci responsabili: prendere parte alla battaglia contro la pedofilia può aiutare bambini innocenti.