La famiglia è solo e soltanto una: quella fondata sul matrimonio di un uomo con una donna. Ne consegue che pure il matrimonio può essere solo ed esclusivamente quello eterosessuale.
A ribadire tale verità basilare è l’Ungheria, uno dei pochi Stati europei i cui governanti non hanno ancora perso il lume della ragione.
Non è un caso infatti che, insieme a quelle polacche, le autorità politiche ungheresi stanno subendo pesanti attacchi da parte dell’Unione europea e dei vari organismi internazionali (vedi ad esempio qui)...
In un comunicato diramato lo scorso 30 marzo, l’Ungheria ha ribadito qual è la sua posizione in materia di matrimonio, famiglia e lotta alla discriminazione. Il governo di Orban si conferma così ancora una volta libero dai condizionamenti delle lobby LGBT, verso cui le istituzioni comunitarie invece si tolgono il cappello.
Il 7 marzo, di fronte al tentativo, da parte del Consiglio “Occupazione, politica sociale, salute e consumatori” (EPSCO), presieduto dai Paesi Bassi, di considerare discriminatorio verso le persone omosessuali il divieto del cosiddetto “matrimonio” gay, Budapest si è opposta, bocciando le proposte presentate.
Nell’esprimere il suo voto contrario, l’Ungheria ha voluto render noto che l’orientamento sessuale non deve certamente essere un motivo di discriminazione e che dunque continuerà ad impegnarsi a far sì che questo non accada. D’altra parte, però, ha voluto sottolineare che non può essere considerata discriminatoria una legislazione che considera matrimonio e famiglia solo quelli tra uomo e donna: questo infatti attiene alla tradizione dei popoli...
Il “matrimonio” omosessuale pertanto non può essere imposto da nessuna autorità sovrastatale, restando materia di competenza dei singoli Paesi.
Da parte ungherese si è fatto notare che non vi può essere vera lotta alle discriminazioni e vera uguaglianza tra uomo e donna se non si supportano le famiglie. Ma per far ciò è necessario precisare cosa è famiglia e cosa non lo è. Perché se tutto diventa famiglia, se ogni affetto privato deve avere rilevanza pubblica (il che è un’aberrazione giuridica), niente più sarà famiglia. E a rimetterci saranno proprio i nuclei con papà, mamma e figli (magari numerosi).
Ci piacerebbe una simile determinazione e chiarezza d’intenti anche nel governo italiano...
Redazione