L’ideologia gender è contraria all’essenza della persona. L’essere umano è creato da Dio come maschio e come femmina: questa dualità è essenziale. Proponiamo ai nostri lettori questo articolo pubblicato sul mensile Notizie Pro Vita, che meritava di essere letto e merita di non essere dimenticato.
Pochi, anche fra i cattolici, prendono sul serio l’insegnamento del Pontefice. Non sto parlando dei contestatori, come quelli che nel 1968 rifiutarono l’enciclica Humanae vitae del ven. Paolo VI sulla sessualità e così cominciarono l’opposizione organizzata al Magistero, ma dei molti che in buona fede considerano gli interventi del Papa come una delle tante voci presenti nel mondo dei media. Spesso il Magistero viene letto attraverso i commenti (a volte solo attraverso i titoli) dei principali quotidiani laicisti, come la Repubblica e il Corriere della Sera, oppure ci si accontenta dei titoli che appaiono sul video durante i telegiornali.
Invece sarebbe utile che i tanti cattolici che operano nelle diverse strutture organizzate, dalla parrocchia ai movimenti pro-life e pro-family, prestassero attenzione ai recenti interventi di Benedetto XVI sull’ideologia del gender, cioè su quella nuova filosofia della sessualità che circola molto negli ambienti giovanili, e non soltanto.
Prendendo spunto da un recente intervento del Gran Rabbino di Francia, Gilles Bernheim, in difesa dell’unica autentica forma di famiglia, quella basata sul matrimonio fra un uomo e una donna, Papa Ratzinger ha messo in risalto come nel nostro tempo, attraverso l’ideologia del gender, sia in atto un tentativo di negare l’evidenza che l’uomo nasce maschio o femmina. Benedetto XVI ha riservato a questo tema una parte consistente del discorso rivolto alla curia romana il 21 dicembre 2012, tradizionalmente uno dei più importanti interventi del pontificato.
Nata all’interno del femminismo radicale, questa ideologia sta cercando di fare in modo che i movimenti femministi sostituiscano la logica della differenza dei sessi e della lotta tra il femminile e il maschile (ripresa dalla lotta di classe di origine marxista) con la negazione della natura sessuata della persona. In sintesi, l’uomo non nascerebbe maschio o femmina, ma dovrebbe essere lasciato libero di scegliere il proprio orientamento sessuale senza i condizionamenti culturali imposti dalle convenzioni della società.
«Secondo il racconto biblico della creazione, appartiene all’essenza della creatura umana di essere stata creata da Dio come maschio e come femmina. Questa dualità è essenziale per l’essere umano, così come Dio l’ha dato. Proprio questa dualità come dato di partenza viene contestata. Non è più valido ciò che si legge nel racconto della creazione: “Maschio e femmina Egli li creò” (Gen. 1,27)», così scrive il Papa.
È facile osservare la pericolosità di questa ideologia. Essa rappresenta un nuovo passo in avanti nella logica del rifiuto della realtà e dell’idea di creazione: non si tratta più soltanto del rifiuto della vita, dell’esistenza di un legame indissolubile a fondamento del matrimonio, ma si nega il significato della sessualità presente nella persona che nasce. E’ come insinuare che Dio Creatore si sbagli nell’attribuire certe caratteristiche sessuali al maschio e alla femmina, e che la persona possa e debba poi correggere l’errore. Una nuova forma di gnosticismo, con cui si nega la bontà e la provvidenzialità del progetto di Dio.
Siamo di fronte all’uomo che contesta e rifiuta la natura che a ricevuto. Nasce così una lotta nella società, un profondo conflitto fra chi afferma l’esistenza di una verità oggettiva e riscontrabile nella sua evidenza a proposito della vita e del modello di famiglia e chi invece si erge a padrone della vita e insinua che esistano o possano esistere diversi modelli di famiglia. la battaglia della nostra epoca.
Marco Invernizzi
Tratto da Notizie Pro Vita n.13 – Marzo 2013 – pag.17