07/01/2014

Malta: “ultimo uomo in Europa contro l’aborto”

Dopo che l’Irlanda ha fatto passare la legge permissiva dell’aborto, senza limiti di età gestazionale nel caso in cui una donna minacci il suicidio, la piccola isola di Malta è ora l’ultimo uomo in piedi a contrastare l’aborto nell’Unione europea.
I deputati Maltesi stavano in una piccola coalizione all’UE, che ha lavorato contro la proposta socialista da poco bocciata e gli attivisti abortisti che avrebbero costretto gli Stati membri a considerare l’aborto procurato un “diritto”. Ma un editoriale del 12 dicembre sul Times of Malta ha avvertito che il rapporto Estrela non sarà l’ultimo tentativo di imporre al Paese il regime abortista in vigore nel resto d’Europa.
“Spulciare quotidianamente fra gli articoli pro-life mi fa sentire a disagio per lo status quo del lavoro pro-life svolto a Malta. Stiamo facendo abbastanza per educare la nostra società alla costruzione di una cultura della vita? Ci stiamo preparando per il prossimo attacco portato a Malta da parte di qualche organismo dell’UE?”, chiede Miriam Sciberras. E sottolinea che i paesi stanno emanando leggi “per giustificare i crimini più atroci” in nome di “scelta, libertà, omofobia e compassione”, piegando il “vero significato delle parole per affermare l’esatto contrario di ciò che dovrebbero significare”. “Sono prossimi i tempi in cui dovremo essere pronti e vigili”, ha dichiarato.
La votazione sul filo del rasoio sul rapporto Estrela, che avrebbe anche imposto un’esplicita “educazione sessuale” ai bambini a partire dai quattro anni, ha presentato 334 voti a favore, 327 contrari e 35 astensioni. Il rapporto respinto raccomandava: “in quanto questione riguardante i diritti umani e la salute pubblica, servizi abortivi di alta qualità devono essere legali, garantiti e accessibili a tutti nei sistemi sanitari pubblici degli Stati membri, incluse le  donne non residenti, che spesso ricorrono a tali servizi all’estero a causa delle leggi restrittive sull’aborto nel loro paese d’origine”.
I deputati maltesi hanno invece sostenuto una risoluzione alternativa affermando che “la formulazione e l’attuazione delle politiche sulla salute e i diritti sessuali e riproduttivi e l’educazione sessuale nelle scuole è di competenza degli Stati membri”.
Sebbene Malta, un Paese a stragrande maggioranza cattolica, sia fra i firmatari di uno degli accordi-chiave delle Nazioni Unite sulla promozione dell’aborto, il paese ha fin dall’inizio resistito alla lobby abortista internazionale. Nel sottoscrivere la Convenzione sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne (CEDAW), Malta ha incluso come condizione di ratifica “riserve” formalmente definite, affermando di non considerarsi vincolata da un punto in particolare in quanto “può essere interpretato nel senso di una imposizione dell’obbligo per Malta di legalizzare l’aborto”.
Molti dei 28 Stati membri dell’UE permettono l’aborto “su richiesta” e la maggior parte di essi stabilisce un limite di età gestazionale fissato a 12 settimane. Le eccezioni sono l’Irlanda, che ora consente l’aborto in alcuni casi senza limiti di tempo di gestazione, e il Regno Unito che ha fissato il limite a 24 settimane per i bambini con diagnosi di disabilità, uno dei più alti in Europa. Nel Regno Unito, l’aborto eugenetico per quei bambini con sospetto di disabilità, è consentito senza limitazioni fino a termine della gestazione.
Sciberras ha sottolineato che in Irlanda un ospedale cattolico è già stato costretto dal governo a praticare l’aborto, nonostante gli stessi accordi Europei sui diritti proteggano i diritti religiosi di coscienza. “Il nostro governo e i legislatori dovrebbero essere avvertiti di questo precedente”, ha scritto, definendolo “un esempio lampante di ciò che accade quando i ‘liberali’ impongono le proprie convinzioni su tutto e non permettono a nessuno un disaccordo sui princìpi, l’ethos o la coscienza religiosa”. Ha inoltre avvertito che “l’ala liberale nei partiti politici di Malta sembra guadagnare posizioni di sopravvento”. “I politici maltesi e i dirigenti della Chiesa devono essere pienamente consapevoli di ciò che questo significa davvero prima che per Malta sia troppo tardi. Le leggi liberali diventano illiberali se chi è in disaccordo con esse viene minacciato o costretto a cedervi. “Guai a noi, se il diritto europeo fallisse nel proteggere la coscienza religiosa per qualche artificioso motivo”.

Traduzione e adattamenti a cura di Giovanni B. Reginato

Clicca qui per leggere l’articolo originale pubblicato da LifeSiteNews in lingua inglese

di Hilary White

Festini

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