I manifestanti anti-aborto potrebbero affrontare il carcere secondo le nuove leggi che sono attualmente sotto la lente del parlamento irlandese. I manifestanti anti-aborto che ‘molestano’ le donne, basta una preghiera o l’invito a riflettere, fuori dagli ospedali e dalle cliniche potrebbero essere multati o incarcerati secondo la nuova norma.
Paul Gavan, il senatore del Sinn Féin, ha presentato nei giorni scorsi al Seanad (Senato irlandese) la legge sulle ‘zone di accesso’ sicuro fuori dalle cliniche abortive. La legislazione stabilirebbe una zona cuscinetto di 100 metri intorno ai locali che forniscono l’aborto. Nel testo si dice che i manifestanti che disturbano fuori da queste cliniche o che molestano, intimidiscono o ‘registrano’ le donne all'interno della zona di rispetto, rischiano multe fino a 3.000 euro o la reclusione fino a sei mesi.
Secondo la legislazione sarebbe anche illegale cercare di influenzare la decisione di una persona di accedere ai servizi di aborto o tenere cartelli pro life o di preghiera all'interno della zona cuscinetto. Secondo il Senatore Gavan il disegno di legge è stato pensato per prevenire "angoscianti e intimidatorie" proteste verso le donne da parte delle persone anti-aborto fuori dagli ospedali e dai centri sanitari.
Sapete quanti ‘incidenti’ o denunce di molestie ci sono state contro i pro life irlandesi negli ultimi anni? Zero!!!
Peccato che la proposta irlandese sia pressoché copiata da quella del governo socialista spagnolo, entrambi partiti di sinistra ed entrambi convinti che la libertà di manifestare il proprio pensiero, il diritto di parola o di libertà religiosa non valga per i cittadini credenti e sostenitori dell’evidenza scientifica di come la vita umana inizi dal concepimento.
Solo per gli abortisti, quindi, è giusto rispettare tutti i diritti, ma a loro i governi di sinistra attribuiscono anche privilegi: non esser disturbati da preghiere, richieste di aprire dialoghi, né immagini che possano apparire molesti ai loro sguardi così.