Uno dei tanti episodi di vandalizzazione e imbrattamento che - ormai - Pro Vita & Famiglia ha subìto ai danni dei propri manifesti e proprio per questo da non sottovalutare. A Lucca, nel quartiere San Vito, uno dei manifesti affissi da Pro Vita & Famiglia in tutta Italia da fine gennaio è stato trovato, appunto, imbrattato e censurato con scritte e segni ideologicamente ostili. La scritta a difesa della dignità dell’embrione «9 biologi su 10 mi riconoscono come un essere umano e tu?» è stata parzialmente coperta da una “X” gigante, dalle parole «io scelgo» e da un evidente simbolo riferito alla fluidità di genere. Il fatto è avvenuto nei giorni scorsi, nella quasi totale indifferenza delle istituzioni. Con una voce fuori dal coro: quella del consigliere comunale Diego Carnini (FdI), che, raggiunto telefonicamente da Pro Vita & Famiglia, ha espresso tutta la sua riprovazione per quanto accaduto.
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Carnini, in qualità di cittadino, prima ancora che come consigliere comunale a Lucca, come commenta questo ennesimo imbrattamento del manifesto di Pro Vita & Famiglia?
«Quello della vostra onlus è tutto tranne che un manifesto offensivo. Semplicemente pone una domanda, non impone nulla del tipo: “La devi pensare come me”. Credo che nella nostra società tutti dovremmo essere liberi di esprimere la propria opinione, senza volerla imporre a nessuno, né convincere nessuno. È qualcosa che dovrebbe essere insegnato nei licei, nelle università. Quindi, quanto avvenuto mi dà molta noia, è un gesto inaccettabile, che tutti dovrebbero condannare».
Ritiene che questo episodio debba essere portato all’attenzione dell’attenzione del Consiglio Comunale, con un ordine del giorno o un’altra misura che prenda posizione a riguardo?
«È capitato in un momento in cui in Consiglio, dalla mattina alla sera, si stanno tenendo le sedute sul piano operativo. Tuttavia, concluso questo iter, credo che lo porterò come ordine del giorno, ne parlerò anche con la mia maggioranza e vedremo come agire. Anche a livello politico, ritengo si sia trattato di un gesto da condannare. Ho fatto appello ai media locali, nella speranza che tutta la comunità denunciasse l’accaduto ma soltanto la Gazzetta di Lucca, giornale online, ha dato spazio al mio appello».
Recentemente il tema dei consultori e del relativo ruolo delle associazioni pro-vita è tornato alla ribalta con l’emendamento al Pnrr varato dalla maggioranza. Nella vostra città come viene portata avanti questa realtà? Ritiene si possa fare di più?
«A livello locale, abbiamo associazioni che agiscono fuori dai consultori e che cercano comunque di dare una mano anche economica, raccogliendo beni, pannolini e indumenti per aiutare le famiglie in difficoltà. Proprio a San Vito, c’è l’Associazione Consulenza per la Famiglia, dove si recano proprio le famiglie bisognose, con bambini da 0 a 2 anni. Io stesso dò loro una mano, anche attraverso eventi per raccogliere fondi. L’amministrazione ha anche trovato una sede per dare un punto di riferimento alle famiglie che ne usufruiscono, le quali credo siano un numero tra i 30 e i 50. In ogni caso, credo non ci sia nulla di male a inserire nei consultori anche associazioni come Pro Vita & Famiglia. Non si tratta di convincere nessuno ma solo di poter dare una possibilità di scelta consapevole alle donne che pensano di abortire. Quella dell’aborto è una scelta difficile e io personalmente non credo che metterò mai in discussione la Legge 194, così come non lo farà mai Fratelli d’Italia. È anche vero, però, che la nostra premier Giorgia Meloni ha sempre detto che bisogna dare alle donne la possibilità di non abortire, dando un sostegno economico ai giovani e la possibilità per loro di mettere su famiglia. È un discorso che va oltre l’aborto: in Italia abbiamo una natalità ai minimi storici, proprio perché spesso i ragazzi, per mancanza di reddito, non riescono a formare una famiglia loro o, se riescono, lo fanno più tardi rispetto a quanto avviene in altri Paesi dell'Unione europea. Su tutto questo bisognerebbe fare un ragionamento ampio. Comunque sia, tornando all’argomento dei consultori, io sono favorevole all’ingresso di associazioni che, senza voler convincere le donne, le aiutino a fare una scelta consapevole».
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