Nonostante la tempesta di neve abbattutasi sulla capitale degli Stati Uniti, anche quest’anno la March for Life di Washington ha visto la partecipazione di decine di migliaia di pro-life.
Il 22 gennaio si ricorda la sentenza della Corte Suprema Roe v. Wade, con la quale – nel 1973 – l’aborto venne depenalizzato. Per non dimenticare tale triste ricorrenza, ogni anno in questa data, in qualsiasi giorno della settimana cada, si tiene la Marcia per la Vita.
E mentre il presidente Obama ha celebrato il 43esimo anniversario sottolineando che la sentenza diede agli Stati Uniti diritti, libertà e opportunità, senza menzionare i circa 58 milioni di bambini uccisi “legalmente” nel ventre delle proprie mamme, i sondaggi dicono che la maggior parte dei cittadini americani è contraria all’aborto. In special modo i giovani.
Alla March for Life aumenta sempre più il numero di studenti universitari e delle scuole superiori, segno che le nuove generazioni sono molto sensibili al tema del diritto alla vita. Ma segno pure che le mobilitazioni di piazza, accompagnate da una costante e capillare opera di formazione culturale, lasciano traccia e possono far cambiare le cose. Accadrà così – lo auspichiamo – anche col “matrimonio” gay, ancora una volta legittimata da una antidemocratica sentenza della Corte Suprema.
Il tema di quest’anno è stato “Pro-life and pro-woman go hand in hand“, vale a dire che la causa della vita e quella a favore delle donne vanno di pari passo, mano nella mano. L’autentico femminismo, infatti, quello sano, non potrà mai contrapporre i diritti del concepito a quelli della madre. Così come, peraltro, non vi può essere conflitto tra donne e uomini.
Nel suo intervento, la presidente della Marcia Jeanne Monahan-Mancini ha ricordato che l’aborto non è mai un bene per le donne, né a livello fisico, né a livello psicologico. Gli studi sulla sindrome post-aborto lo dimostrano. Senza contare poi che spesso con l’interruzione di gravidanza non si uccide solo il bambino, ma anche la mamma, nonostante il tutto avvenga “legalmente” e con tutte le dovute attenzioni: i fatti lo provano inequivocabilmente.
Nonostante tutti i poteri forti che propagandano l’aborto, la causa della vita vede crescere costantemente i suoi sostenitori. E un giorno avranno il sopravvento.
Fonte: LifeSiteNews
Redazione