Anche l’ultimo atto dell’introduzione del matrimonio gay nel nostro ordinamento si è completato.
Sono stati approvati gli ultimi decreti attuativi della legge Cirinnà, con massima soddisfazione della sinistra radical-chic, che già pensa alle adozioni gay, alla liberalizzazione della droga e alla legalizzazione dell’eutanasia (che si discuterà alla Camera il prossimo 30 gennaio).
Saranno soddisfatti – dobbiamo ritenere – anche i sedicenti cattolici che hanno consentito la legalizzazione del matrimonio gay con la scusa che “le unioni civili sono un ‘altra cosa”.
Ha detto la Cirinnà a TG24: “I decreti chiariscono infatti che, come per il matrimonio anche l’unione civile può essere celebrata in pericolo di vita in nave o in aereo. Si afferma poi che il matrimonio contratto all’estero da persone dello stesso sesso produce in Italia gli effetti dell’unione civile. E che questo questo vale solo per i cittadini italiani mentre per lo straniero continua a valere la legge del suo Stato, in ossequio ai principi del diritto internazionale privato”.
Inoltre – aggiunge – viene chiarito un punto sul quale si sono verificate criticità con comportamenti difformi da parte dei sindaci e cioè che sarà sufficiente il certificato di stato libero, al posto del nulla osta del Paese di origine, per quegli stranieri provenienti da Stati nei quali l’orientamento sessuale sia causa di discriminazione e nei quali l’omosessualità sia penalmente sanzionata”.
“Viene inoltre fissata – sottolinea – la possibilità di delega delle funzioni di ufficiale di stato civile per celebrare l’unione civile, così come avviene per il matrimonio, a consiglieri, assessori o privati cittadini che abbiano i requisiti per essere eletti consiglieri comunali. Ed infine viene ben specificato che l’opzione facoltativa dell’adozione del cognome del partner non da seguito ad alcuna modifica dei dati anagrafici, quindi non vi è alcuna modifica del codice fiscale o di altri documenti”.
Redazione
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