Daniele Sebastianelli, su For ItalyNews rileva un dato interessante sul referendum irlandese che ha recentemente approvato il matrimonio gay.
“Il recente referendum irlandese sul “matrimonio gay” è stato definito da più parti come una vittoria della democrazia. I numeri irlandesi, però, non la dicono tutta. Se è vero che il referendum è stato approvato con oltre il 60% dei voti, è altresì vero che si è recata alle urne poco più della metà della popolazione. Dunque, in totale, solo il 36% degli irlandesi ha risposto favorevolmente. Dati alla mano, la minoranza della popolazione.”
Sono questi i paradossi – inevitabili – del gioco democratico. Chi non si esprime perde. E non può protestare, visto che non si è espresso.
Questo dovremmo ricordarci quando ci facciamo sopraffare dal disgusto (a volte comprensibile) per le cose e le persone della politica, e non andiamo a votare.
Questo dovremmo ricordarci, quando ci lasciamo vincere dal “Tanto è inutile” e non andiamo a manifestare.
Ma non saremo certo noi quelli di cui il Poeta direbbe “Non ragioniam di lor, ma guarda e passa” (Inf. 3,51; vedi foto). Per questo dobbiamo vederci tutti in piazza, il prossimo 20 giugno.
Continua Sebastianelli: “Il Segretario di Stato Vaticano, cardinal Pietro Parolin, commentando la vittoria del “sì” al referendum irlandese, l’ha definita “non una sconfitta dei principi cristiani, ma una sconfitta dell’umanità”. Parole che hanno suscitato diverse reazioni a sostegno e contrarie, riaccendendo il dibattito politico e gli animi degli esponenti della maggioranza più inclini a battagliare su temi etici.
In Italia, in quanto a democrazia, la situazione non è migliore. Il Presidente del Consiglio Renzi (che non è stato eletto dai cittadini) procede imperterrito sulla strada delle “riforme” anche quando queste dividono profondamente il Paese e vedono la contrarietà del mondo cattolico e non solo.
“Matrimoni gay? La legge che noi proponiamo è quella tedesca, sono abbastanza ottimista che su quella legge finalmente arriveremo ad un punto di accordo in Parlamento già a partire da quest’estate”, ha ribadito Renzi, in una intervista a Ballarò del 26 maggio scorso, mostrando la volontà propria e dell’esecutivo di proseguire l’iter per approvare in tempi brevi una legge che regolarizzi le unioni civili. Il ddl Cirinnà è alle porte.
Forse, una volta approvata la legge e resa operativa, si chiederà l’opinione dei cittadini. Forse. Come nella “democratica” Irlanda.”
Aggiungiamo noi: FORSE SE LA PIAZZA SARA’ PIENA, il 20 giugno, forse non avranno il coraggio di approvarla. Vale la pena tentare!
Redazione