Diverse organizzazioni non governative russe ed ucraine hanno espresso preoccupazione e delusione circa la recente sentenza della CEDU sul caso Oliari e altri contro l’Italia (che da noi è stata letta impropriamente come un obbligo a legalizzare il matrimonio gay).
Le associazioni internazionali in questione lamentano di essere state escluse dal contraddittorio e criticano l’interpretazione quanto mai soggettiva e ideologica del concetto di “diritti umani” da parte della CEDU.
E’ a firma di Pavel Parfentev, Direttore Affari Legali, della Family and Demography Foundation, la lettera di vibrata protesta.
I rappresentanti di queste ONG avevano chiesto di poter presentare le proprie osservazioni con una lettera del 23 febbraio 2014, conformemente all’articolo 34 della Convenzione e all’articolo 44 del Regolamento della Corte.
Tuttavia, la Corte non ha mai più risposto e ha deciso senza ascoltarli: gli scriventi non sono stati messi in grado concretamente di presentare le loro tesi.
Probabilmente non hanno funzionato i mezzi di comunicazione (telefono, fax, e mail), ma in ogni caso il risultato è deludente, deplorevole e preoccupante.
La Corte dovrebbe prendere in considerazione l’impatto che la sentenze eticamente orientate hanno sulla situazione legale e sociale degli Stati contraenti, soprattutto in una materia sensibile e delicata come quella della vita familiare.
I cittadini e i loro rappresentanti hanno il diritto di essere ascoltati, come vuole lo spirito della vera democrazia e come richiedono i fondamenti stessi della giustizia.
A maggior ragione andrebbero ascoltati quando esprimono preoccupazioni esplicite e gravi sulla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo, credendo – e non senza buone ragioni – che mancano di equità e imparzialità, deviano dai principi fondamentali della Convenzione e dalla tutela dei genuini diritti umani; piuttosto sembrano decisioni caratterizzate da una polarizzazione ideologica forte che mettono in pericolo la sostenibilità del sistema stesso di protezione dei diritti umani a livello europeo e internazionale.
Si prende ad esempio non solo la sentenza Oliari che attiene alla morale della famiglia, ma anche la sentenza sul caso Lambert che calpesta palesemente il diritto alla vita, che è il più fondamentale dei diritti. E su queste critiche concordano anche alcuni dei giudici della stessa CEDU, che hanno richiamato la coscienza e le sue norme e hanno stigmatizzato le decisioni prese a prescindere da esse.
Redazione
DIFENDIAMO I BAMBINI E LA FAMIGLIA DALLA LEGGE CIRINNA’