02/06/2015

Matrimonio gay: etero, non sposatevi, finché non lo legalizzano

L’Osservatorio della Nuova Bussola Quotidiana ci segnala una singolare iniziativa a favore del matrimonio gay.

C’è chi invita le coppie eterosessuali in procinto di sposarsi a scioperare.

Pappappero, pappappà...

L’associazione Quelli di Calusca lancia lo sciopero dei fiori di arancio. Si tratta di un invito alle coppie eterosessuali in procinto di sposarsi affinché posticipino il loro matrimonio fino al momento in cui anche in Italia non ci saranno le “nozze” gay. C’è anche una pagina Facebook per raccogliere le dichiarazioni solenni di non volersi sposare. Sulla pagina FB si legge: “Un diritto smette di essere tale quando non è per tutti, da diritto diventa privilegio. A noi i privilegi non interessano, pertanto promettiamo solennemente di non sposarci fino a quando il matrimonio non sarà garantito per tutti”.

Due pensieri su questo boicottaggio delle fede nuziali. Chi appoggia questa iniziativa in effetti forse fa bene a non sposarsi, perché dà prova di non possedere un retto giudizio sulla natura del matrimonio e quindi è probabile che non sia pronto per il gran passo. In secondo luogo, questa iniziativa dimostra che le “nozze” gay eccome se fanno male all’istituto del matrimonio.

Bludental

A queste due considerazioni ne aggiungiamo una terza. “Un diritto smette di essere tale quando non è per tutti” : non c’è affermazione più campata per aria.

1) Il matrimonio come diritto naturale è solo tra un uomo e una donna. In sé non è precluso a NESSUNO, purché quel qualcuno scelga un coniuge di sesso diverso. Altrimenti NON E’ MATRIMONIO. E’ come se un uomo pretendesse il diritto di allattare al seno. Non è possibile, non è questione di “diritto”. Ma lasciamo per un attimo il diritto naturale e entriamo in un’ottica positivista:  prendiamo in considerazione solo i diritti creati dalla legge, e la legge la fa lo Stato. 

I diritti NON sono e NON DEVONO essere uguali per tutti: i ragazzi hanno diritto di andare a scuola, gli adulti no. Chi lavora ha diritto a una retribuzione, chi non lavora no. Il socio ha diritto ai dividendi, gli altri no. Il cittadino ha diritto di voto gli altri no. E così via.

2) Il matrimonio è solo tra persone di sesso diverso non perché qualcuno abbia deciso di “limitarlo” a quelle persone ma perché ciò corrisponde alla definizione e alla funzione stessa del diritto. “Matrimonio” è infatti unione stabile tra un uomo e una donna, in quanto fondante la famiglia come società naturale (lo dice anche l’art. 29 cost.). Dire quindi che persone dello stesso sesso non hanno “diritto di sposarsi” è ovvio come dire che un uomo non ha il “diritto di allattare suo figlio al seno”. Nessun “privilegio”, semplice questione di logica e di realtà.

Bisognerebbe che la gente imparasse a pensare prima di parlare (e scrivere).

Redazione

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