Il matrimonio gay non passa, in Romania.
Per la seconda volta hanno tentato di far passare una legge che legalizza le unioni civili, per la seconda volta senza l’appoggio di alcuna forza politica, di alcun partito, la proposta è stata bocciata.
Il merito è stato del buon senso, che ancora non è morto, evidentemente, della ragione naturale e del supporto di associazioni pro life e pro famiglia come Alliance Defending Freedom e Ordo Iuris.
Intanto, il comitato per la promozione della proposta di legge popolare per la revisione dell’articolo 48, comma 1, della Costituzione rumena, istituito nel mese di ottobre, supportato da “La Coalizione per la Famiglia”, vuole unire la società civile a sostegno del matrimonio, la famiglia e valori cristiani.
L’attuale testo della Costituzione rumena afferma: “La famiglia è fondata sul matrimonio liberamente contratto tra i coniugi, la loro piena uguaglianza e il diritto e il dovere dei genitori di assicurare l’educazione, l’istruzione e l’istruzione dei figli”.
Il Comitato propone di modificarlo in questo modo: “La famiglia è fondata sul libero consenso al matrimonio di un uomo e una donna, sulla loro pari dignità, e sul diritto e dovere dei genitori di assicurare la crescita, l’educazione e l’istruzione dei figli”.
Il progetto è stato pubblicato oggi sulla Gazzetta ufficiale della Romania, con una relazione e con l’approvazione del Consiglio legislativo.
Il passo successivo è quello di raccogliere, entro 6 mesi, le firme di almeno 500.000 cittadini. Se la Corte Costituzionale e il Parlamento approveranno, un referendum chiederà ai cittadini di esprimersi sulla modifica.
Il Comitato promotore crede che la famiglia è molto più di una “istituzione” che garantisce “l’educazione, l’istruzione e l’istruzione dei figli.” E’ prima di tutto il luogo di nascita delle generazioni future. Proteggere il futuro e la santità dell’istituzione familiare vuol dire proteggere la continuità come nazione.
Redazione