Il Governo italiano è più attento alle istanze pro matrimonio gay delle tecnocrazie internazionali piuttosto che a quelle del popolo, della gente, che chiede più rispetto e tutela per la famiglia naturale.
Questo si desume dall’atteggiamento assunto da un Ministro ieri.
Infatti, Maria Elena Boschi, deputata per il Partito Democratico e Ministro per le riforme costituzionali e per i rapporti con il Parlamento, ha rifiutato di ricevere i rappresentanti del Comitato Difendiamo i Nostri Figli, mentre non esita ad allineare l’Italia ai presunti diktat che provengono dalla CEDU di Strasburgo.
Questo il comunicato stampa del Comitato.
“Ben strana concezione della democrazia deve avere il ministro Boschi” esordisce Massimo Gandolfini, presidente del comitato “Difendiamo i Nostri Figli”: “da una parte rifiuta di incontrare i rappresentanti del milione e passa di persone che lo scorso 20 giugno hanno affollato piazza San Giovanni. Dall’altra invece non esita a scattare sull’attenti quando la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, con tempismo assai sospetto, entra a gamba tesa nel dibattito interno al nostro Paese.
Una visione democratica e di sinistra dovrebbe mettere i diritti dei più deboli al primo posto, ma se – come auspica il ministro – la proposta di legge Cirinnà sarà approvata entro l’anno senza modifiche, i bambini vedranno sacrificato il loro diritto a nascere e a vivere con la loro mamma e il loro papà per favorire invece il capriccio delle coppie gay che potranno acquistare i figli sul mercato degli uteri in affitto.
Anziché stare con la gente e arginare la colonizzazione ideologica il ministro preferisce dare ascolto alle burocrazie europee che vogliono aprire le porte del nostro Paese a ideologie antiumane.
“Noi del comitato continueremo a difendere i diritti dei bambini” conclude Gandolfini “e mercoledì prossimo, con un gazebo davanti al Senato, cominceremo a raccogliere le firme per una grande petizione nazionale”.
La petizione che potete firmare e far firmare anche qui:
DIFENDIAMO I BAMBINI E LA FAMIGLIA DALLA LEGGE CIRINNA’