Una maestra canadese, lesbica, spiega come convince i bambini da 4 anni in poi ad accettare il “matrimonio” gay come cosa normale.
LifeSiteNews ha partecipato alla conferenza dove la maestra, Pam Strong ha illustrato il suo metodo didattico a mo’ di corso di formazione.
E’ una maestra della “primary school” canadese, l’equivalente delle nostre scuole elementari, che ha illustrato in un workshop per attivisti omosessuali, come nelle sue classi convince i bambini ad accettare come normali le relazioni tra persone dello stesso sesso e conseguentemente il matrimonio gay.
La conferenza, ospitata dall’organizzazione omosessualista Jer’s Vision, ora chiamata Canadian Centre for Gender and Sexual Diversity, era focalizzata sull’implementazione del “Bill 13” nelle classi dell’Ontario. Il Bill 13, chiamato dai critici “carta dei diritti omosessuali” è stato approvato nel giugno 2012 e ha dato agli studenti il diritto di formare nelle scuole, incluse quelle cattoliche, associazioni pro-gay.
La maestra Strong, che è “sposata” con un’altra donna ed insegna da 5 anni, ha focalizzato il suo intervento su quello che chiama il “potere della conversazione” per promuovere le istanze LGBTQ nelle classi elementari. Ha iniziato come reazione quando ha sentito un ragazzino chiamare “gay” un altro per insultarlo.
“Con l’ incoraggiamento del preside, decidemmo che sarei andata di classe in classe per parlare del significato della parola gay, di cosa significa LGBTQ, di cosa sono io”, ha affermato.
La Strong ha iniziato il suo giro con le classi dell’asilo.
“Ho cominciato all’asilo d’infanzia. Che bel posto per iniziare! Ero più a mio agio li”.
Ha cominciato con il leggere un libro pro-gay per bambini, King and King, e pur immaginando che sarebbe stato un argomento difficile lo ha spiegato ugualmente ai bambini affinché riflettessero sulla propria sessualità.
Un bambino, nel punto della storia dove i due principi si sposano, ha esclamato: “No non possono farlo, sono due uomini!” e la maestra ha risposto: “Oh sì che possono, è proprio qui, a pagina 12”.
La Strong insiste dicendo che racconta spesso ai bambini delle sue relazioni omosessuali e altre storie pro-gay, che sui bambini hanno molto effetto.
Spiega anche come ha fatto sentire in imbarazzo un bambino che una volta ha detto che l’idea del matrimonio gay lo disgustava.
“E’ normale parlare di me in classe: spesso i bambini mi chiedono cosa ho fatto con mia moglie nel weekend”. Secondo lei questo è il potere della conversazione, convincere raccontando.
La maestra ha poi illustrato i diversi modi per veicolare messaggi LGBTQ ai bambini, prendendo spunto da articoli, pubblicità, eventi gender ecc., ma i suoi preferiti rimangono i libri pro-gay.
Quindi gli omosessualisti, che spesso entrano nelle scuole col pretesto di combattere il bullismo verso i gay, perseguono l’obiettivo dell’indottrinamento per far accettare ai bambini lo stile di vita LGBT.
Fin dal 1987 l’attivista omosessuale Michael Swift scrisse nel Gay Community News che i bambini in età scolare dovrebbero diventare un target esplicito per l’indottrinamento gay. “Dobbiamo sedurli nelle scuole… loro si riconosceranno nelle nostre immagini. Loro ci adoreranno”, scrisse al tempo.
La Strong non è il primo esempio e non sarà l’ultimo di maestri e maestre che usano il proprio ruolo per indottrinare i bambini, nell’età in cui le coscienze sono più malleabili, specialmente da figure viste come esempi di vita, come modelli e come riferimenti.
L.T.