Torniamo a parlare di Romania e della ridefinizione di matrimonio che in quel paese sembra procedere per la strada giusta.
Si tratta infatti non di una vera e propria “ridefinizione” ma della specificazione della definizione che è sempre stata fin dalla notte dei tempi per tutti i consessi umani: il matrimonio fonda la famiglia ed è l’unione stabile di un uomo e una donna allo scopo di generare, istruire ed educare i figli.
Da un lato il Senato, tempo fa, ha respinto per la terza volta il tentativo di legalizzare il matrimonio gay, dall’altro il popolo romeno aveva già depositato 3 milioni di firme (su 20 milioni di cittadini totali) per avviare l’iter di riforma della Costituzione.
Quando questo sarà completo, la Costituzione romena definirà – appunto – come matrimonio solo l’unione di un uomo e una donna.
La Commissione giustizia del Senato ha votato in questi giorni all’unanimità a favore dell’iniziativa popolare. Il cambiamento della costituzione avverrà tramite referendum.
Il Presidente del Senato, Călin Popescu Tariceanu, ha dichiarato: «Abbiamo l’obbligo morale di dimostrare ai cittadini il rispetto per la loro iniziativa». A breve l’iniziativa referendaria sarà discussa in seduta plenaria al Senato della Romania. Poi la discussione passerà alla Camera dei deputati.
Non mancano, anche in Romania politici e intellettuali sensibili alla propaganda LGBT: la signora Raluca Pruna, ministro della Giustizia, Cristian Pârvulescu, il decano del Dipartimento di Scienze Politiche della Scuola Nazionale di Studi Politici e Amministrativi.
Costoro, come tanti nostri politici che si autodefiniscono democratici, hanno un concetto un po’ strabico della democrazia: tre milioni di cittadini possono sbagliare. Quindi gli “ottimati” (1), coloro che sanno davvero cosa è bene e male, sono legittimati a fare come gli pare a loro, a ignorare le istanze popolari.
Quindi, se il popolo chiedesse a gran voce il matrimonio gay, la democrazia sarebbe un bene e bisognerebbe starlo a sentire. Se il popolo chiede di salvaguardare il matrimonio vero, il matrimonio solo tra uomo e donna, allora il popolo va rieducato, non ascoltato, e gli “ottimati” devono far passare il matrimonio egalitario per far capire al popolo ignorante come si deve vivere e come si deve pensare.
Questo “bispensiero” (bisogna proprio rileggersi Orwell), tipico dei peggiori totalitarismi ricorda tanto i discorsi di quelli che stanno oggi al Governo in Italia... sono loro che sanno quel che è bene per noi, popolo ignorante. Noi dobbiamo stare zitti, guardare la TV, pagare le tasse e con quel che resta fare shopping.
Francesca Romana Poleggi
(1) Per chi non ha dimestichezza con la storia romana: gli Ottimati (in latino Optimates, cioè i migliori) erano i componenti della fazione aristocratica conservatrice della tarda Repubblica romana, i patrizi, i nobili quelli “pochi ma buoni”...
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contro l’inerzia delle autorità di fronte alla mercificazione delle donne e dei bambini