In Belgio e nei Paesi Bassi, i medici e operatori sanitari cominciano a denunciare seri problemi etici e di deontologia professionale con la pratica dell’eutanasia fuori controllo.
Sono molti infatti i medici e gli altri professionisti della salute che stanno dando le dimissioni perché trovano che il loro ruolo sia ridotto a quello di boia.
Il professor Benoit Beuselinck, un oncologo belga, scrive che i medici ospedalieri, per evitare di dover somministrare un’iniezione letale, indirizzano pazienti anziani o malati gravi alle cure palliative, presupponendo che in quel settore i professionisti sono più preparati per gestire la situazione.
E invece quei reparti degli ospedali si trovano sotto organico: i medici e il personale qualificato se ne sono andati per via della spregiudicatezza con cui la legge consente l’eutanasia.
Secondo Willems Lemmens, membro del comitato consultivo per la bioetica, sempre in Belgio, i medici non sopportano più la pressione che subiscono, dato che l’opinione pubblica percepisce l’eutanasia come un diritto da poter esercitare senza limiti sia su se stessi sia sui propri familiari. La libertà professionale di curare in scienza e coscienza è messa a dura prova.
Nei Paesi Bassi la situazione non è migliore: l’ eutanasia viene somministata in modo disinvolto anche a malati di demenza. Durante un’intervista, Berna van Baarsen ha spiegato perché ha abbandonato la professione medica: «Non credo che una dichiarazione scritta di intenti fatta anni prima possa sostituire una richiesta orale attuale di pazienti incapaci o con demenza avanzata»
Il numero di medici e infermieri in fuga dalla loro professione comincia ad essere preoccupante: questa è una conseguenza dell’eutanasia legalizzata danneggia tutti i cittadini belgi e olandesi mettendo in crisi il loro sistema sanitario e assistenziale. E bisogna sottolineare che si tratta di medici che inizialmente per la maggior parte erano di principio favorevoli all’eutanasia.
La legalizzazione dell’eutanasia danneggia tutti, indipendentemente dal loro status: bisognerebbe spiegarlo a Bonino, Cappato e a tutta la sinistra combriccola dei cultori della morte che in nome del “diritto di morire” ci chiedono i voti il prossimo 4 marzo.
Redazione
Fonte: National Right to LifeNews
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