Nei luoghi dove le leggi proteggono il nascituro e quindi sono meno permissive in materia di aborto, l’indice di mortalità materna è più basso.
Del resto si sa che le cifre sulle morte per aborto clandestino erano state inventate di sana pianta dalla propaganda mortifera, qui in Italia e nel resto del mondo.
Abbiamo spesso trattato la questione. E abbiamo anche detto quanto in realtà, oggi, le donne muoiano per l’aborto, ma nessuno ne parla...
Da ultimo, un nuovo studio condotto in 32 stati messicani e pubblicato oggi nella versione open access del British Medical Journal (BMJ Open) conferma che gli stati messicani con leggi sull’aborto meno permissive hanno il 23% in meno di mortalità materna globale e il 47% in meno di mortalità per complicazioni dell’aborto.
Lo studio, condotto dal MELISA Institute insieme ad un gruppo internazionale di ricercatori, ha studiato il tasso di mortalità materna nei 18 Stati con legislazione meno permissiva e nei 14 Stati con leggi più permissive, tra il 2002 e il 2011.
Lo studio messicano è particolarmente significativo perché, grazie ai dati consultabili, è stato possibile identificare e disaggregare le morti per aborto senza una causa chiara o quando ci fosse il sospetto di una procedura illegale.
Un’altra ricerca condotta in Cile e pubblicata su PLoS ONE, aveva già dimostrato la diminuzione della mortalità materna dopo la restrizione legale dell’aborto.
Negli Stati Uniti d’America, uno studio condotto in 23 paesi da ricercatori della Stanford University, e pubblicato sul Journal of Health Policy, aveva condotto a conclusioni analoghe.
Certamente i bassi tassi di mortalità materna sono dati anche da tutta un’altra serie di fattori (strutture sanitarie igienicamente moderne, condizioni epidemiologiche, livello di istruzione, gravidanze iniziate in soggetti non a rischio, ecc.). Ma, certamente, se non basta la legge restrittiva in materia di aborto da sola a tenere basso il tasso di mortalità materna, certamente la liberalizzazione dello stesso non serve alla salvaguardia della salute femminile (anzi!), come ripete fino alla nausea la propaganda mortifera dagli anni ’70 in qua.
Redazione