Il Parlamento Europeo ha approvato ieri, giovedì 17 luglio, una risoluzione relativa al caso Meriam Yahia Ibrahim, la donna sudanese accusata di adulterio ed apostasia e condannata per questo motivo a 100 frustate ed alla pena capitale, il tutto anche se in fase di avanzata gravidanza.
Probabilmente solo grazie ad una massiccia mobilitazione internazionale la donna è stata assolta per non aver commesso nessuno dei due reati e quindi rimessa in libertà. Ciononostante Meriam ha partorito in condizioni del tutto inadeguate ed in totale sfregio nei confronti dei diritti dell’uomo.
La donna, seppur assolta, è oggetto di pesanti minacce da parte di alcune frange dei movimenti integralisti islamici e, quindi, ha provato a rifugiarsi negli Stati Uniti assieme alla sua famiglia, viaggio che non ha avuto nemmeno inizio in quanto, con la scusa di essere dotati di documenti falsi, la donna è stata trattenuta in Sudan dove attualmente si trova rifugiata nell’Ambasciata USA.
Il Parlamento Europeo ha perciò deciso di impegnare il proprio Presidente nel farsi portavoce di una serie di esortazioni indirizzate al Governo sudanese, riassumibili in due concetti cardine: il rispetto della libertà religiosa e la censura nei confronti delle condizioni di detenzione di una donna incinta.
Dopo aver condannato l’ingiusta detenzione di Merian, il Parlamento chiede al Governo sudanese di abrogare le leggi che penalizzano o discriminano le persone in base alle loro convinzioni religiose e rifuggire da pene di tipo corporale, tortura e morte.
Redazione