11/11/2021 di Luca Volontè

Messico. Vietato difendere vita e famiglia. Sarà così anche in Italia?

Una recente sentenza del Tribunale Elettorale della Magistratura della Federazione (TEPJF) del Messico, che vieta due campagne di comunicazione politica contro l'aborto e l'adozione da parte delle coppie omosessuali, rappresenta l’ennesimo brutto segno del clima che si respira nel mondo e un chiaro attacco alla libertà di espressione e di coscienza.

Lo scorso 4 novembre gli ‘annunci elettorali’ del Partito dell'Incontro Solidale (PES), sull'interruzione legale della gravidanza e il regime di adozione consentito alle persone dello stesso sesso, erano stati dichiarati illegali secondo l'Alta Corte, così come gli spot diffusi su Facebook alla radio e alla televisione intitolati "No all'aborto", "Per la vita e la famiglia", "Puniamo chi li attacca", "Siamo la voce della famiglia" e "Per la vita e la famiglia", che sono stati giudicati discriminatori.

Il politico messicano Juan Carlos Leal, ex deputato locale nello stato di Nuevo León e noto difensore della vita e della famiglia, ha avvertito e lanciato l’allarme che d'ora in poi "a qualsiasi organizzazione politica sarà proibito menzionare che è contro l'aborto, che è contro l'ideologia di genere, il matrimonio egualitario, l'adozione dello stesso sesso”. Dunque una decisione completamente ideologica della Corte.

Per il Tribunale Elettorale, "anche se è lecito e auspicabile esporre le idee e le opinioni dei partiti politici che riflettono le loro ideologie fondatrici, queste non possono contenere espressioni e immagini offensive, denigranti e/o discriminatorie che non sono necessarie per esternare la loro posizione ideologica. Nel caso dell'aborto", ha detto la Corte nella sua sentenza (qui il testo completo), "le espressioni contenute negli spot non sono protette dalla libertà di parola, perché non sono necessarie per diffondere l'ideologia del partito. Nel caso dell'adozione omoparentale, la Camera Superiore ha stabilito che gli annunci denunciati superano il limite della libertà d'espressione perché hanno un contenuto discriminatorio”.

Gli annunci, che sono stati rimossi dalle reti sociali del PES dopo una prima sanzione dell'Istituto Nazionale Elettorale (INE), esprimevano la posizione del partito sull'aborto e sulle adozioni omosessuali. Ma cosa dicevano gli spot elettorali e i manifesti del partito? "Nel PSE difendiamo il valore della famiglia e ci opponiamo all'adozione da parte dello stesso sesso", dice uno dei video e proseguiva, "c'è solo una madre, non due. Padre ce n'è uno solo, non due". Nell'altro video sanzionato, il PES ha sottolineato che "viviamo in un mondo in cui quasi tutto è usa e getta, compresa la vita? Per la vita e la famiglia diciamo no all'aborto".

Noi di Pro Vita & Famiglia non siamo in Messico, ma come si è visto negli ultimi anni, sentenza dopo sentenza, paese dopo paese, non è escluso che la censura verso chi difende vita e famiglia non arrivi anche da noi.

 

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