“Le nostre vite cominciano a finire il giorno in cui stiamo zitti di fronte alle cose che contano” diceva Martin Luther King.
È stato bellissimo e molto emozionante invece vedere marciare tante persone unite nel testimoniare che la Vita è sacra e indisponibile e per questo va difesa senza se e senza ma. Eravamo il numeroso popolo della Vita che si contrappone a chi è nelle tenebre e parla solo di morte, eravamo lì per contribuire a creare nel nostro paese un nuovo clima di gioia e di fiducia nella vita, in cui i bambini non vengano visti come un peso, ma come un dono e una risorsa per tutti, in cui le pance delle mamme non vengano trasformate in tombe ma in luoghi di Vita e di gioiosa speranza. Eravamo lì a ribadire che il diritto alla vita dipende dall’essere vivo, non dall’essere gradito o dall’essere normale e che le difficoltà della vita non si superano eliminando chi è chiamato dopo di noi a venire alla luce ma superando insieme le difficoltà
A un certo punto della marcia ho avuto le lacrime agli occhi perché ho rivisto negli occhi delle tante persone presenti; donne, uomini, bambini, la speranza che pensavo sopita, quella grande speranza che rende più grandi gli uomini.
Volevo concludere con le belle parole che Papa Francesco in questi giorni ha rivolto ai gruppi del Movimento per la Vita:
“La vita umana è sacra e inviolabile fin dal suo concepimento. Il nascituro nel seno materno è l’innocente per antonomasia, invito tutti a impegnarsi affinché ogni donna si senta considerata come persona, ascoltata, accolta, accompagnata”.
Giorgio Celsi