14/06/2014

Milano, finanziamenti per Gay Pride a favore dei non vedenti

Non saranno grandi cifre ma il messaggio è chiaro: utilizzare tutte le vie possibili per pubblicizzare il Gay Pride di Milano, anche strumentalizzando i non vedenti.

Questa è la morale che ci arriva dalla Lombardia in cui il Consiglio di zona 1 ha deciso di destinare dei fondi per rendere l’accesso a quest’evento agile per tutti, quasi fosse un appuntamento di esiziale importanza.

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Il 28 giugno la città di Milano ospiterà la parata del gay Pride 2014, con il patrocino del Comune di Milano e, per la prima volta, della Regione Lombardia.

Una novità che, diciamolo, non lo rende comunque un evento epocale. Succede invece che il Consiglio di zona 1 lo tratti come un appuntamento imperdibile, e stanzi fondi ad hoc perchè nessuno, in particolare in non vedenti, ne sia escluso. Hanno tutto il diritto di partecipare e ben venga se si trovasse qualche sponsor o se la stessa associazione Arcigay organizzasse dei servizi gratuiti per permettere ai ciechi di arrivare nella zona intorno a Buenos Aires dove avrà luogo la sfilata arcobaleno, e fornisse loro degli accompagnatori durante il corteo.

Ma nemmeno per la manifestazione del 25 aprile, a memoria, sono mai stati stanziati soldi per favorire la partecipazione dei non vedenti (o usando questa scusa per investire fondi sulla comunicazione dell’evento). Il Parlamentino nella seduta di martedì e su proposta del Pd, ha invece stanziato 250 euro per assicurare la pubblicità del Gay Pride a Radio Popolare, 200 euro in gadget e altri 50 per accompagnatori che permettano ad alcuni non vedenti di partecipare all’evento.

Se vogliamo non è un grosso contributo. Ma il capogruppo della Lega Alessandro Morelli puntualizza che non sono neanche pochi quando «milanesi in difficoltà vivono in macchina, profughi e bimbi dormono per terra nelle stazioni. La sinistra che governa la città ha un paraocchi ideologico che impedisce a chi amministra di percepire quale sia la realtà di sofferenza che sta vivendo Milano».

Redazione

Fonte: Il Giornale

 

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