Jennifer Lahl, presidente della CBC, ci ricorda i nomi delle donne americane morte a seguito di utero in affitto:
Brooke Brown è morta l'8 ottobre 2015
Crystal Wilhite è morta Febbraio 2017
Michelle Reaves è morta Gennaio 2020
Jane Doe è morta Maggio 2021
A queste si è aggiunta una donna senza nome: qualche giorno fa, la Lahl ha trovato un account GoFundMe per un'altra madre surrogata statunitense morta, creato da Ashlee Hammonds , capo di Family Makers Surrogacy, un'agenzia per la compravendita di donne e bambini di Atlanta, in Georgia. Non viene detto il nome della madre o lo stato in cui viveva, né le complicazioni che hanno portato alla sua morte. Finora sono stati raccolti $ 21,631.
Si deve aggiungere alla triste lista anche Lydia Cox, morta il 18 luglio 2021 , all'età di 33 anni durante il parto, per un'embolia del liquido amniotico (AFE). Il bambino è sopravvissuto. Era sposata e madre di quattro figli. Secondo il messaggio TikTok di suo marito Trey , Lydia ha desiderato per altruismo offrire il suo grembo per dare un figlio a chi non poteva averne di propri, anche se il denaro le faceva comodo. E infatti è stata aperta una pagina sui social per raccogliere denaro per la sua famiglia.
Le storie di madri surrogate morte raramente sono trattate dai media perché c'è la convinzione che dare l'utero in affitto sia senza rischi e questa convinzione non deve essere scalfita, per evitare che ne risenta il business che è stato calcolato di 27,5 miliardi di dollari, entro il 2025.
La realtà è che le gravidanze artificiali sono molto più rischiose di quelle naturali. Questo vale anche per la fecondazione artificiale. Ma quando l'embrione impiantato nell'utero non appartiene geneticamente alla donna (come nell'utero in affitto) la letteratura medica dimostra che ci sono tutta una serie di rischi che si moltiplicano in modo esponenziale.
Quando poi le madri surrogate muoiono, la cosa viene scoperta solo per caso, perché la famiglia pubblica qualcosa sui social.
La Lahl nota che spesso gli account per la raccolta fondi sono aperti dai gestori delle cliniche per la fertilità. Il GoFundMe per il marito e i figli di Lydia, è stato creato da Sam Hyde , il presidente di Circle Surrogacy.
Se le donne fossero veramente informate dei rischi, prenderebbero la decisione di mettersi in pericolo? Rischierebbero di lasciare i propri figli senza madre? Quanto è il denaro che viene loro offerto un fattore motivante nella loro decisione "altruistica" di affittare l'utero?
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