La questione “gender” smuove gli schieramenti ed i vari partiti al proprio interno aprono discussioni e promuovono distinguo, dall’una come dall’altra parte.
In questo contesto, sbuca anche la componente cattolica del Movimento 5 Stelle che, tramite il proprio portavoce, Andrea Aquilino rende noto il proprio disappunto sull’adesione dei grillini a progetti di istituzionalizzazione delle coppie omosessuali.
Questo non tanto – o quantomeno, non solo- per una distanza ideologica ma per una questione di metodo: il Movimento 5 Stelle in campagna elettorale non ha inserito il tema tra i punti fondamentali sui quali ha raccolto il proprio consenso quindi non potrebbe in linea di principio –secondo le regole interne di partecipazione- spendersi in tal senso.
“In realtà con il nostro gruppo facciamo da baluardo all’ortodossia grillina che si rifà ai 20 punti programmatici presentati agli elettori” dichiara Aquilino che rivendica la partecipazione democratica dal basso come fondamento principe dei 5 Stelle.
Non sarebbero passati da nessun vaglio democratico il bacio gay collettivo in Aula degli Onorevoli grillini, come lontano dalla linea di partito sarebbero i tre ddl depositati sull’omofobia, cambiamento di sesso ed utero in affitto.
La distanza di questo gruppo di militanti rispetto al partito la si scorge anche in occasione delle veglie delle Sentinelle in Piedi: mentre Onorevoli e capoccia ne stanno ben alla larga e, se presenti, lo fanno nelle file delle contromanifestazioni –come, per esempio, l’On. Fraccaro, durante gli appuntamenti in Trentino-, la componente cattolica si schiera con i veglianti.
Nelle Aule del Parlamento la musica è ben altra però: Enrico Cappelletti, membro della Commissione Giustizia, dichiara la sua netta condivisione con la linea gay friendly: “Sulla carta i numeri per far passare questa legge senza alcun problema ci sono: sommando i voti di Pd più quelli del M5S viene fuori una maggioranza assoluta sia al Senato che alla Camera.”
Quindi, abaco alla mano, il partito di Grillo e Casaleggio porterà le proprie pedine sull’altare del matrimonio GLBT. Gli unici a rimanere indietro sono i militanti.
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Redazione