25/05/2021 di Luca Volontè

Nel mondo sempre più allarmi sui farmaci bloccanti la pubertà. Ecco i dettagli

Tre articoli in tre mesi, così l’Economist lancia l’allarme sulla "medicine gender" e gli abusi sui farmaci bloccanti la pubertà per i bambini.

Come riporta anche Avvenire, nel primo articolo della serie, lo scorso 12 dicembre, l’Economist aveva commentato con preoccupazione il caso inglese di Keira Bell, dunque la decisione di vietare i farmaci bloccanti la pubertà sino a 18 anni e l’invito ad altri paesi del mondo a prender atto delle preoccupanti implicazioni e rischi di queste ‘cure’.

Nel secondo articolo, dello scorso 18 febbraio, l’Economist si era soffermato sulle poche conoscenze scientifiche riguardo agli effetti dei medicinali bloccanti la pubertà e sull’insano entusiasmo di alcune cliniche che invece continuavano a prescrivere questi medicinali, senza considerarne i pericoli.

L’articolo dell’ultimo numero del 15 maggio, invece, afferma che «crescono i dubbi sulla terapia per i ragazzini con disforia di genere». Un tempo i pazienti con disforia di genere erano tipicamente uomini di mezza età che desideravano vivere come donne. Ora le cose sono diverse, dice l’Economist. “In primo luogo, ci sono molti più pazienti, in una clinica di Amsterdam sono aumentati di 20 volte tra il 1980 e il 2015. Il Gender Identity Development Service (GIDS) della Tavistock Clinic di Londra (tra l’altro sotto scandalo) ha 30 volte più persone di un decennio fa. La maggior parte sono ora femmine e in età adolescenziale. Molti sono trattati con farmaci per bloccare l'inizio della pubertà.”

I bambini, inoltre, sono spesso seguiti con ormoni per promuovere lo sviluppo delle caratteristiche fisiche del sesso opposto, parte di un approccio chiamato terapia di affermazione. Le cose però stanno cambiando. La Finlandia, infatti, ha rivisto le sue linee guida e affermato la priorità del trattamento psicologico. A dicembre scorso l'Alta Corte di Inghilterra e Galles ha stabilito che i minori di 16 anni non sono in grado di acconsentire in modo consapevole all'assunzione di bloccanti della pubertà, lo scorso aprile l'Arkansas ha approvato una legge che rende illegale la prescrizione di bloccanti della pubertà e di ormoni ‘cross-sex’ ai bambini. Sempre a fine aprile, inoltre, l'Astrid Lindgren Children's Hospital di Stoccolma, facente parte del Karolinska Institute, ha annunciato che smetterà di prescrivere bloccanti della pubertà e ormoni intersessuali ai minori di 18 anni e lo stesso sistema sanitario svedese ha seguito le indicazioni del prestigioso centro di ricerca sanitaria del paese.

C’è un chiaro pericolo e finalmente diversi paesi se ne sono accorti. Una revisione delle autorità sanitarie svedesi nel 2019, infatti, ha trovato poche ricerche, per lo più di scarsa qualità, che giustificassero l’uso e gli effetti positivi dei medicinali bloccanti. Il ‘National Institute for Health and Care Excellence’ della Gran Bretagna, invece, ha preso atto che i bloccanti della pubertà hanno fatto poco per dissipare la disforia di genere o migliorare la salute mentale dei pazienti. Inoltre, gli studi esistenti suggeriscono che, senza interventi esterni e medici, la maggior parte dei bambini con disforia di genere finisce per riconciliarsi con il loro sesso naturale da adulti.

Ci sono invece prove che i farmaci possono causare gravi danni. Un esempio è descritto da Michael Biggs dell'Università di Oxford in una lettera pubblicata il 26 aprile nel Journal of Paediatric Endocrinology and Metabolism. La densità ossea-minerale (BMD) di solito aumenta bruscamente nella pubertà, ma nei  pazienti sottoposti ai bloccanti della pubertà questo dato diminuisce considerevolmente. Gli studi sugli animali suggeriscono che i bloccanti della pubertà possono causare anche danni cognitivi. Gli ormoni ‘cross-sex’ sono stati inoltre collegati a malattie cardiache, ictus e sterilità. Tanti paesi, non certo tradizionalisti o conservatori, hanno perso e stanno prendendo atto degli allarmi della scienza, fermando il treno del ‘politicamente corretto’ e della moda ‘trans’ e facendo marcia indietro repentinamente.

Non si gioca con la vita dei bambini e dei ragazzi, gli esperimenti sulla carne viva sono un’aberrazione medica e una tragica prova della insana decadenza dei tempi odierni.

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