20/06/2015

No aborto – Giulia Michelini: quando una star è un modello da seguire

La notizia è stata riportata a livello di gossip. Invece è importante diffondere la buona notizia di una mamma che sceglie la vita e dice no all’aborto.

Giulia Michelini è un’attrice abbastanza famosa: ha recitato in Squadrra Antimafia e ora sta girando un film con Roul Bova.

Giovane e minuta, in realtà ha già trent’anni e un figlio di 10.

Racconta a Di Lei la sua storia.

Come da ragazzina, di buona famiglia, ma piuttosto ribelle, fosse rimasta incinta a soli 19 anni. Come tutti le avessero consigliato di abortire, come all’ultimo momento ci abbia ripensato, nonostante ciò le sia costato dover andar via di casa e abbia dovuto affrontare “il problema” da sola.

Racconta poi che di tutto questo non si è mai pentita: anzi quella gravidanza e quel bambimo “le hanno salvato la vita”, e ora Cosimo è la sua gioia e la gioia dei suoi nonni.

Nessuna delle mamme che ha scelto la vita invece dell’aborto si è mai pentita. Anche quando il bambino è stato dato in adozione.

Leggiamo su Di Lei:

“Racconta [la Michelini] a Vanity Fair: «Non ero la “figlia perfetta”: poco costante a scuola, irrequieta. I miei genitori, due magistrati penali che da Napoli si trasferirono a Roma, sono quelli che ti dicono “fai come vuoi”, ma se non fai come vogliono loro vivi di sensi di colpa. A 19 anni ero abbastanza confusa: avevo iniziato a recitare da poco, un membro dello staff di Muccino mi aveva notato fuori dalla palestra dove facevo ginnastica artistica e mi aveva convinto a fare dei provini; avevo da tempo una storia con un ragazzo, otto anni più grande di me, conosciuto a un corso di vela, che però era molto complicata. Quando ho scoperto di essere incinta, onestamente non pensavo di tenerlo.

Tutti, i miei genitori in testa, mi dicevano che mi sarei rovinata la vita. Ho preso l’appuntamento per interrompere la gravidanza, ma una volta lì, in quella stanza, ho cambiato idea. È una decisione che prendi in una frazione di secondo – tenerlo o non tenerlo -, dalla quale però parte un percorso a lungo termine, mille conseguenze che non puoi prevedere in quel momento.

All’appuntamento sono andata da sola. È stata chiamata una ragazza, poi un’altra, non so neanche io che cosa mi ha portato ad alzarmi; so solo che a un certo punto sono andata.

Ero nel panico totale. Una volta uscita, sono entrata in una cabina telefonica per chiamare mia madre. Sull’apparecchio c’era un elastichetto da bambina, non ricordo se con due cubetti o due ciliegine. Lo so, è stupido, ma vedendolo mi sono detta: va bene così, sto facendo la cosa giusta. Detto questo, ero dilaniata, e se oggi penso alla cosa grande che è uscita dalla persona piccola che ero – non solo fisicamente, ma perché all’epoca ero veramente una bambina da formare, senza un minimo di coscienza di sé –, se ci penso, be’, non saprei spiegare che cosa mi ha fatto dire: lo tengo.

A dirla tutta, sapevo che sarebbe finita e che sarei rimasta sola con mio figlio, ma è come se questa cosa mi avesse dato una spinta in più.

Sentivo che questa decisione dava una definizione ai miei contorni, mi consentiva di vedermi, di esserci. In quel momento forse avevo bisogno di sentirmi viva. A quell’età non desideravo un figlio, volevo indipendenza, sentirmi libera di andare come un treno, ma questo bambino, dandomi un peso specifico, credo che mi abbia salvato la vita. Ha allontanato la mia parte autolesionista, senza di lui è probabile che mi sarei persa. Il padre, che era molto diverso da me, per età ma anche per condizioni sociali, mi aveva portato a una grossa deviazione: con lui ho conosciuto la borgata romana, ambienti non proprio puliti». Bludental

Continua Di Lei: “Fare a meno dell’appoggio dei suoi genitori, contrari alla sua scelta, non fu semplice. Giulia se ne andò di casa e per sei mesi non parlò né con sua madre né con suo padre. Ma alla vista del pancione arrivò il riavvicinamento. Oggi quei dissapori sono lontani: «Mio figlio è la luce dei loro occhi, non so come farebbero se non ci fosse; e non so come farei io senza di loro, perché mi hanno aiutata tantissimo: quando lavoro, Cosimo sta con i miei genitori».

Redazione

Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.