Grazie a quella che è stata definita una misura “straordinaria” da parte della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo a Strasburgo, la condanna a morte per eutanasia del piccolo Charlie Gard non verrà immediatamente eseguita.
Qui potete leggere la sua storia, e qui la campagna di sostegno ai genitori che anche in Italia si è mossa per evitargli l’eutanasia, cioè che l’ospedale rimuovesse i sostegni vitali del bambino: i genitori hanno ancora speranza in una cura sperimentale che possono praticargli in America.
La CEDU ha deciso che l’Ospedale non deve praticare l’eutanasia al piccolo fino alla mezzanotte di martedì 13 giugno, data in cui esprimerà il verdetto sul ricorso dei genitori contro il Governo del Regno Unito.
La sentenza della CEDU, infatti, tecnicamente è vincolante per lo Stato, non per il Great Ormond Street Hospital in cui è ricoverato il bambino.
La Corte Suprema inglese , invece, aveva sentenziato che “i diritti di un bambino dovrebbero avere la precedenza sui diritti dei loro genitori”: il che in questo mondo alla rovescia in cui ormai ci troviamo a vivere, vorrebbe dire che il bambino ha “diritto all’eutanasia”, ad essere ammazzato, mentre i genitori non hanno diritto di far del tutto per salvargli la vita. Ammettono i giudici stessi che “non sanno se prova dolore”, ma sanno che è curato e coccolato dai suoi: dovrebbero sapere che sente l’amore!
Chiunque abbia assistito – da vicino e con amore – una persona gravemente handicappata, che per il mondo intero non comunica o “è un vegetale”, sa che i rapporti umani misteriosamente vanno oltre i 5 sensi...
Ma se i giudici della Corte inglese non sanno più cosa sia l’amore – cosa anche possibile, in questo mondo alla rovescia – però dovrebbero sapere che in base al principio fondamentale di sussidiarietà, che dovrebbe reggere gli ordinamenti dei paesi che si definiscono civili e democratici, lo Stato dovrebbe rispettare l’autorità parentale...
C’è un confine oltre il quale lo Stato non può andare: su questo deciderà la CEDU.
A chi sa e a chi può, non resta che pregare.
Redazione
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