Ben ritrovati, cari Lettori, dopo la pausa estiva che speriamo sia stata serena e rigenerante per tutti voi. In realtà, la nostra attività “in nome di chi non può parlare”, in difesa dei più fragili e innanzitutto dei bambini non è mai andata del tutto in vacanza, come potete vedere alle pagine 10 e 11.
E purtroppo anche d'estate ai piccoletti viene negato il diritto di vivere dagli abortisti. E una volta nati, l’ideologia gender che si è andata diffondendo sotto varie forme, minaccia la loro salute psicofisica (il transgenderismo vuol insegnar loro che il sesso non conta, ma conta solo la loro “percezione di sé”, il loro “genere”) e la loro serenità (l’omosessualismo vuol negare loro il diritto a una mamma e un papà).
In questo numero, in particolare, ci soffermiamo su un altro risvolto di quell’ideologia malsana: quello che con la scusa della libertà e dell’autoeterminazione pretende di instillare a tutti, fin da piccoli, l’idolatria del sesso.
Dal Sessantotto, dai tempi dello slogan “Sex before eight or it is too late” (sesso prima degli 8 anni o sarà troppo tardi) viviamo in una società che è sempre più ipersessualizzata. E da anni si promuove la pornografia attraverso i media e attraverso “l’educazione” sessuale nelle scuole (secondo le direttive di enti e istituzioni nazionali e internazionali). Ma soprattutto i ragazzini corrono grossi pericoli quando navigano su internet. Per questo abbiamo organizzato una campagna di sensibilizzazione in tutta Italia, in collaborazione con l’associazione Meter di don Fortunato Di Noto.
Ricordiamoci sempre: il dialogo, la testimonianza e l'esempio in casa sono il miglior firewall che i genitori possano installare sui dispositivi elettronici dei figli.