01/12/2015

Notizie ProVita, a dicembre, per i bambini

Notizie ProVita , a dicembre, fa come ogni anno gli auguri per un santo Natale a tutti i lettori.

Quest’anno ci invita a riflettere sulla grande ricchezza che i bambini rappresentano per la famiglia e la società. Ricchezza che questa cultura, sminuisce, mercifica, e – troppo spesso – violenta e uccide.

Offriamo in saggio l’editoriale di Toni Brandi, certi che chi ancora non l’avesse fatto, vorrà sottoscrivere l’abbonamento, o – perché no? – regalarlo per Natale ad amici e parenti.

Andiamo costruendo una società sempre meno a misura di bambino. Qualcuno parla di “adultocentrismo”. Anzitutto, in Italia mancano incentivi e tutele adeguate a chi ha figli in contrasto con l’art.31 della Costituzione, secondo il quale la Repubblica dovrebbe sostenere la maternità, l’infanzia e la formazione della famiglia, con particolare riguardo a quelle numerose. Oggi, poi, si vorrebbe equiparare alla famiglia qualsiasi unione o gruppo di persone “perché basta l’amore”. Di conseguenza si pretenderebbe di far crescere “normalmente” i bambini in contesti “anormali”. Nella mentalità comune  “fare” bambini (un tempo si diceva “avere” bambini… ) è quasi una disgrazia, un impegno gravoso, la fine della vita libera e spensierata dei genitori, la fine dei viaggi, dei divertimenti e della carriera lavorativa.

L’aria che respiriamo è  infetta di egoismo e materialismo volto all’autodistruzione. Non a caso le donne hanno  il primo figlio dopo i trent’anni, non a caso  la crescita demografica nel nostro Paese è tra le più basse d’Europa.

I bambini, del resto, sono le prime vittime della “cultura della morte”: uccisi  dall’aborto, cosificati, selezionati, congelati con la fecondazione artificiale,  sono i primi a soffrire per il divorzio, per le famiglie allargate e sfilacciate. Gli omosessualisti, poi, pretendono il “diritto” di deprivarli fin dalla nascita della mamma o del papà. Vengono corrotti e confusi da cattivi maestri (anche a scuola, ormai) e da spettacoli quotidiani intrisi di sesso e violenza: i contributi dell’AIART [che troverete nel numero di dicembre] spiegano l’evidenza che è sotto gli occhi di tutti.

L’ipersessualizzazione che caratterizza questa cultura mira a distruggere l’innocenza dei bambini, la loro dote più preziosa, con la quale essi, invece, sarebbero  in grado di arricchire tutti noi, grandi e smaliziati. Sulla carta, anche a livello internazionale, di parla molto dei “diritti dei bambini”, ma poi la stessa ONU raccomanda “l’educazione” a preservativi e lubrificanti  per i maschi… da 10 anni in su.

Leggerete che il passaggio dalla barbarie alla civiltà è avvenuto di pari passo con la considerazione della dignità sociale dei piccoli. Oggi è invece in atto un’involuzione in senso contrario. La cultura della morte ha preso di mira i bambini: dobbiamo difenderli, tutti, siano essi oppure no legati a noi da vincoli di sangue. Bambini felici, bambini sani oggi, sono garanzia di una società sana e solida domani.

Notizie-ProVita_bambini_Piccolo-Principe

La cultura “progressista”, viziata e contro natura che oggi domina l’Occidente, insegna che il senso della vita è il soddisfacimento degli istinti e dei desideri. In nome di questo, nulla è più inviolabile, i deboli soccombono, in primis i bambini.  Questo accade perché si è perso il valore della sacralità della vita, senza se  e senza ma.  Eppure, non tutto è perduto: se il male fa notizia  e – soprattutto – possiede la gestione dei canali d’informazione, nella realtà il Bene “resiste”: sia per la buona volontà dei singoli (leggete la testimonianza a pag.9), sia per l’attività di tante associazioni  (oggi presentiamo Courage, a pag.25), sia per il lavoro di tanti che contemplano la bellezza della vita anche nel mistero del dolore (si veda a pag.20).

Notizie ProVita non è una rivista per bambini. Ma in occasione del Santo Natale, vogliamo dedicare questo numero ai bambini. O meglio – copiando l’idea di Antoine de Saint-Exupéry – al bambino che è stato ciascuno dei nostri lettori. Perché  “Tutti i grandi sono stati bambini, una volta. (Ma pochi di essi se ne ricordano)”.  

Con un augurio speciale per il Santo Natale e per un felice 2016.

Antonio Brandi

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