I cultori della morte sono inarrestabili.
Non si accontentano più di far morire i disabili togliendo loro nutrimento e idratazione (fatelo a un cane: vi mandano in galera. Fatelo a Terri Schiavo o a Eluana Englaro ed è semplice, umanitaria, etica medica che pone generosamente fine a una vita non degna di essere vissuta). Ora stanno promuovendo la VSED: “voluntary stop eating and drinking”, cioè, smettere volontariamente di mangiare e di bere. E’ fortemente consigliata, non solo alle cliniche che ricoverano pazienti affetti da demenza, ma anche a persone che possono mangiare e bere normalmente per bocca: per il principio di uguaglianza (!) anche loro hanno diritto di morire di fame, se lo desiderano.
I dottori quindi li devono aiutare nell’intento: non devono chieder loro di mangiare e bere e se serve devono fornire cure palliative. Bioeticisti come Paul T. Menzel e medici come M. Colette Chandler-Cramer giustificano il VSED con i soliti argomenti, il solito diritto a rinunciare a cure mediche e a trattamenti che li tengano in vita contro la loro volontà. Insomma: pane e salame, acqua e vino, sono “cure mediche” (!). Si dovrà smettere di curare gli anoressici? Chissà, forse un domani i pazienti potranno rivendicare il diritto di rinunciare liberamente a coperte e riscaldamento, durante l’inverno, in modo da morire di polmonite?
Probabilmente, nota realistico il bioeticista Wesley Smith, questo è solo un orrido mezzo per ottenere un orrido fine: una volta che si accetti la VSED, sarà unanime il grido: “Che barbarie! Non sarà più umana un’iniezione letale?”. La riposta sarà certamente “sì” e l’obbiettivo dei cultori della morte sarà raggiunto in pieno, la nuova forma di eutanasia è servita.
Francesca Romana Poleggi
Fonte: National Review