Dolore e sconcerto nel mondo progressista per le esplicite affermazioni di Papa Francesco a favore dell’obiezione di coscienza, anche nel caso di Kim Davis, l’impiegata americana che è finita in galera per essersi rifiutata di firmare una licenza di matrimonio per due omosessuali.
Ecco le parole del Papa, dette sull’aereo al ritorno dal viaggio in USA: «Io non posso avere in mente tutti i casi che possono esistere. Ma posso dire che l’obiezione di coscienza è un diritto, entra in ogni diritto umano. E’ un diritto. Se una persona non permette di fare obiezione di coscienza, nega un diritto. In ogni struttura giudiziaria deve entrare l’obiezione di coscienza, perché è un diritto umano, altrimenti finiamo nella selezione dei diritti: questo è un diritto di qualità, questo no… E’ un diritto umano[…]». E i funzionari come Kim Davis che è finita in galera per essersi rifiutata di avallare con la sua firma una licenza di matrimonio gay?:«E’ un diritto umano. Se un funzionario di governo è una persona umana ne ha diritto. E’ un diritto umano», ha ripetuto il Papa.
Fa notare Giuliano Guzzo: “E’ una notizia, no? Eppure in quasi nessun sito internet italiano la si trova. Invece all’estero – dove i giornalisti evidentemente non vivono con la quotidiana missione, quasi con l’ossessione di far apparire Papa Francesco un amicone del movimento arcobaleno – non l’hanno presa bene. Anzi, a leggere Huffpost Gay Voices, tempio dell’informazione progressista su questi temi, si direbbe che l’hanno presa malissimo. Lo si evince da molti elementi. Anzitutto, dall’enorme spazio dato, sul sito, alla notizia; in secondo luogo, dal titolo dell’articolo nel quale si fa il resoconto dell’intervista rilasciata sull’aereo: «Il Papa ha appena dato a Kim Davis una grande vittoria». Un titolo che, converrete, la dice lunga sul mal di pancia che le parole di Francesco sull’obiezione di coscienza, così accuratamente silenziate da noi, hanno procurato in certi ambienti”.
Redazione
DIFENDIAMO I BAMBINI E LA FAMIGLIA DAI TENTATIVI DI
LEGALIZZAZIONE DELLE UNIONI CIVILI