Un inno alla vita è la testimonianza di Oliver Sacks, il celebre neurologo inglese che ha scritto, tra l’altro, ‘Risvegli’ e ‘L’uomo che scambiò la moglie per un cappello’.
Ha un tumore al fegato in stato avanzato e sa che gli resta poco da vivere.
Eppure dice: “Non riesco a fingere di non avere paura – riporta l’Ansa.it – ma il sentimento predominante è gratitudine: sono stato un essere senziente su questo splendido pianeta, e ciò è stato un privilegio e un’avventura”.
Ad ottant’anni suonati e nelle condizioni precarie in cui si trova, Sacks continua a vivere ogni giorno che gli resta con entusiasmo. “Adesso e’ a me che spetta scegliere come vivere i mesi che ho davanti. Devo viverli nel modo più ricco, profondo e produttivo possibile”.
“Finora ho sofferto poco e quel che e’ più strano, non ho mai vissuto un attimo di abbattimento morale. Possiedo lo stesso ardore di sempre negli studi, la stessa allegria in compagnia ... Non penso alla vecchiaia come a un epoca più triste da sopportare, ma un tempo di piacere e liberta’: liberta’ dalle fastidiose urgenze di giorni precedenti, liberta’ di esplorare i miei desideri e di legare assieme pensieri e sentimenti di una vita”.
Insomma, un vecchio, malato grave, che infonde gioia di vivere, alla faccia di tutti i cultori della morte e della “dolce morte” che vogliono convincerci che, a una certa età e con certe malattie, è più “dignitoso” levarsi di torno...
Redazione