06/02/2015

Omofobia è un manifesto con scritta un’opinione?

E’ omofobia dichiararsi contrari alle adozioni gay.

La notte scorsa infatti sono stati affissi dei manifesti contro le adozioni gay sui muri del Gay Center di Roma.

E sapete come ha reagito Fabrizio Marrazzo, il presidente del Gay Center?

Ha risposto diffondendo un comunicato stampa, stile caccia alle streghe, attaccando al grido di fascisti e omofobi coloro che avevano osato “aggredirli” affiggendo sul muro detti manifesti raffiguranti una bambina con su scritto (guarda qui): “Le adozioni sono un diritto dei bambini non degli adulti. No alle adozioni gay!”

Cosa c’è di omofobo nel dire “No, io non voglio le adozioni gay nel mio Paese?” Sul manifesto c’erano forse scritti insulti? Intimidazioni? No, eppure una semplicissima frase come “No alle adozioni gay” ha scatenato la furia della lobby gay romana e chiaramente spiattellato in prima pagina ancora una volta, inappropriatamente, il mostro dell’omofobia.

Fabrizio Marrazzo ha poi accusato Azione Frontale, l’organizzazione che ha firmato il manifesto, di essere fascista e altro. Noi non conosciamo questa organizzazione e in questo momento non ci interessa quale sia la sua mission o il suo schieramento nell’arco parlamentare.

Ci preme l’evidenza oggettiva: quei manifesti ingiuriano, insultano, offendono, aggrediscono gli omosessuali? Bludental

Viene da ridere (per non piangere), leggendo il comunicato di Marrazzo: “Stiamo sporgendo denuncia contro Azione Frontale – ha dichiarato il presidente di Gay Center – e chiediamo al Comune di rimuovere i manifesti dai nostri uffici dove ha sede anche il numero verde anti omofobia Gay Help Line. Un’aggressione che non ci fa paura e non fa venire meno il nostro impegno nel rivendicare i diritti delle persone lesbiche, gay e trans. Questo tipo di azioni vogliono essere una forma di intimidazione diretta a chi come noi si batte per il riconoscimento dei diritti civili. Ma forse sono anche frutto di un dibattito esasperato portato avanti da gruppi e forze politiche che vogliono creare un nemico, i gay e le associazioni omosessuali. Una vera istigazione all’odio fatta di attacchi contro quella che molti politici, in Parlamento o nel Comune di Roma chiamano la cultura del gender o la lobby gay. Purtroppo ancora una volta dobbiamo rilevare l’assenza di una legge contro l’omofobia che impedisce di perseguire con maggiore severità azioni come queste. Il Parlamento faccia presto”.

Aggressione? Attacchi? Intimidazione? Riconoscimento dei diritti civili? Istigazione all’odio?

Ma a chi? Veramente parla sul serio? Perché a questo punto non propongono un giorno di lutto nazionale e bandiere a mezz’asta per una settimana?

La verità è che questi Signori del gender cercano in tutti i modi, anche quando non ci sarebbe alcun motivo (come in questo caso), di pompare l’attenzione mediatica su aggressioni che loro definiscono “omofobe”, ma che in realtà non risultano essere né aggressioni né tanto meno “omofobe”.

Ma la verità è anche che gli Italiani e i romani non sono stupidi e sanno distinguere un vile atto intimidatorio da un innocuo manifesto con su scritta una semplice opinione (sacrosanta) a difesa degli interessi dei bambini.

Redazione

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