L’Osservatorio della Nuova Bussola ci informa che l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazione Razziale, che davvero non è cattolico, bigotto e retrogrado, ha concluso che non c’è omofobia nel mondo del lavoro, qui in Italia.
Dai dati dell’ultimo rapporto dell’Unar anticipati durante il Forum delle risorse umane di Milano risulta che il 16% delle segnalazioni per “discriminazioni” arriva dal mondo del lavoro. Discriminazioni per ogni motivo possibile. I più discriminati sono gli anziani: ben l’80%. Ma forse qui più che parlare di discriminazione potremmo parlare di oggettiva difficoltà di reinserimento nel mondo professionale di quei lavoratori che sono over 40 o over 50.
Tra tutte le segnalazioni di discriminazioni ricevute quante riguardano le persone omosessuali? L’1%. Quindi è falso che l’omosessualità sia fonte di discriminazione nel mondo del lavoro.
Eppure l’ideologia omosessualista vuole vedere a tutti costi vittime dove vittime non ci sono: dicono che gli omosessuali (le vittime per eccellenza, ovviamente) sono in realtà i più discriminati. Ma i dati? Le prove? I dati e le prove non ci sono perché loro – poverini – sono talmente costretti a vivere nel terrore, da non far sapere a nessuno dei maltrattamenti che subisce. Insomma un lavoratore omosessuale potrebbe in perfetto anonimato chiamare l’Unar e far sapere che è vessato, ma non lo fa per paura. L’assenza di discriminazioni viene interpretata come atto omertoso. Insomma l’omofobia c’è ma non si vede. E’ un dogma di fede.
Redazione