16/11/2014

Omosessualismo: all’UE costa 490 mila euro la “ricerca” sulle famiglie gay

LL’Università di Trento ha ricevuto la somma sbalorditiva di 490.000 euro da parte dell’Unione europea (alla faccia della crisi) per il progetto “Right to Move” che è durato due anni. Si tratta di una ricerca,  dettata dall’omosessualismo dominante nelle istituzioni internazionali, condotta nell’ambito dei 28 paesi UE “per la tutela in ambito europeo dei diritti delle famiglie che si spostano da uno Stato all’altro e che risiedono all’interno dell’UE”.

Proseguendo, sul sito del progetto si legge: Il focus del progetto non saranno tutte le diverse tipologie famiglie, ma una specifica categoria di queste, le cd. rainbow families. All’interno di queste famiglie il ruolo genitoriale è svolto da due persone dello stesso genere che vivono in una relazione di reciproco affetto. Il riconoscimento di uno status familiare, sia esso il matrimonio o una forma di unione civile, l’accesso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita, l’adozione e la tutela giuridica in situazioni critiche (crisi familiare, morte, ecc.), variano in maniera rilevante all’interno dell’Unione. La diversità di regolamentazione e la competenza teoricamente esclusiva degli Stati Membri in materia di diritto di famiglia, espongono questi nuclei familiari a considerevoli limitazioni della loro libertà di circolazione nello spazio dell’Unione. Il mancato riconoscimento di diritti e status ingenera situazioni critiche: la libertà di circolazione e di soggiorno dei cittadini europei, la tutela della vita privata e familiare, così come garantita dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea e dalla CEDU, e il benessere dei bambini sono a rischio.

Il punto focale elettivo del progetto sono i bambini: invece che considerare unicamente la dimensione della coppia, la ricerca si pone l’obiettivo di mettere al centro dell’indagine la tutela di coloro che spesso sono le prime vittime di discriminazioni o di più semplici forme di mancata armonizzazione. Un approccio orientato alla tutela dei figli rivela come la libertà di circolazione debba essere letta in conformità con la Carta, con i diritti di cittadinanza europea del bambino e con altre fonti sovranazionali”.

Viene subito agli occhi l’approccio antiscientifico della ricerca: invece di partire da una posizione neutrale per “ricercare” la verità,  si parte da un presupposto dato per scontato e dimostrato : le coppie omosessuali sono discriminate e i bambini possono crescere felicemente in queste coppie. La conclusione è quindi ovvia: in Europa bisogna far di più per le pseudo -famiglie arcobaleno: ci sono voluti 490 mila euro per dirlo.

Fonte: GWNblog

 

 

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